Da molti anni ero in corrispondenza con la sig.ra Maria Fadda di Iglesias, in provincia di Cagliari. La signora Fadda era la madre di Gavino Sulas, caduto sul fronte russo. Gavino era un mio caro amico ed eravamo insieme al Terzo Bersaglieri nella stessa compagnia del 25° Battaglione, e con lui dividevo tutto, dalla galletta, alla scatoletta di carne ed alle sigarette. Ero orgoglioso di avere un amico sardo fedele e coraggioso. Con lui andavo in pattuglia e combattevamo l'uno al fianco dell'altro. Quando lui scriveva alla madre gli parlava sempre di me, e quando gli rispondeva mi mandava sempre i suoi saluti.

Quando fu colpito a morte gli ero vicino. Lo soccorsi, chiamai i barellieri e il medico, ma quando arrivarono era troppo tardi, era già morto. Gli restai vicino per farlo trasportare nelle retrovie ma non ebbi il tempo. Su quella collina arrivarono i carri armati russi creando scompiglio fra i bersaglieri che fuggirono giù alla valle. Io rimasi vicino al mio amico Gavino e lo vegliai per tutta la notte. L'indomani mi ritrovarono vicino a lui, lo portarono a valle dove fu messo su un motofurgone e portato ad un cimitero di guerra. La signora Fadda mi pregava sempre di andarla a trovare ad Iglesias, ma non mi riuscivo mai a trovare il tempo finché, un giorno, decisi di andare da lei e fu molto cortese. Volle che dormissi nello stesso letto di Gavino. Gli dovetti raccontare tutto quello che gli era successo durante la campagna di Russia, e com'era morto. Rimasi lì un'intera settimana e fui trattato come un figlio. Quando partii mi disse: "Quando vuoi venire a trovare Gavino, lui è sempre qui! ".

Dopo pochi anni la signora morì e con lei se ne andò il ricordo che aveva sempre avuto per me, perché ero l'amico di Gavino ed ero come suo figlio.

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