FÖNÖCCHIELLA ( Roberto dö "Zi Mőchelö" )

FAMIGLIA: OMBRELLIFERE

NOME LATINO: FOENICULUM VULGARE ( MILLER )

FOENICULUM CAPILLACEUM PIPERITUM ( GILIB. )

NOME ITALIANO: FINOCCHIELLA, FINOCCHIO SELVATICO

Il suo nome deriva dal latino FOENUM ( fieno ) forse perché l’odore ricorda quello del fieno; l’aggettivo VULGARE vuol dire "comune". E’ una pianta erbacea perenne che cresce spontanea sulle colline piene di sole, negli oliveti e nei terreni incolti. Il suo fusto può raggiungere i due metri di altezza. I fiori, raccolti in grandi Öombrelle, sono piccoli e gialli e compaiono in giugno – agosto con una corolla di cinque petali. I semi sono molto profumati e vanno raccolti nell’autunno del secondo anno di vita. Il finocchio viene utilizzato sin dall’antichità ed il verbo "infinocchiare" deriva proprio da tale pianta, in quanto nel Medioevo gli osti veneziani, erano soliti offrire ai clienti pezzi di finocchio che, con il loro sapore piccante, impedivano al palato dei bevitori di discernere il vino buono dalla "CIUFEGA". I medici della Scuola Salernitana celebrarono le proprietà del finocchio con la sentenza " FOENICULUM VULGARE PELLIT SPIRACULA CULI", ( il finocchio volgare spinge fuori i soffi del c…. sedere ). A Villa Santo Stefano, la finocchiella è molto diffusa, soprattutto negli oliveti ( attenzione a non raccogliere le piantine che crescono proprio a ridosso degli olivi perché potrebbero essere contaminate da concimi e pesticidi!!! VIVA LO STABBIŐ!!! Ovvero, si consiglia la concimazione con lo stabbio. ( A proposito, sapete che la parola santostefanese STABBIŐ deriva dal latino STABULA, ovvero stalla? ).

USI CULINARI: ZUPPA DI FINOCCHIELLA.

Far bollire in acqua foglie giovani di finocchiella insieme con piantine tenere di cicoria di vitalba ( "utabbiö" ) e carciofi paesani tagliati a spicchi sottili. A cottura ultimata, versare il brodo con le verdure su fettine a pezzettini di pane "abbrusco" e condire con olio di montano. Con i fiori ed i semi si possono aromatizzare le patate al forno, con le foglie si aromatizza l’acqua nella quale si fanno bollire le castagne ( ualönö ) oppure si uniscono alle insalate; con i semi si condiscono le olive all’acqua o le bistecche di maiale in padella o alla brace. La finocchiella è, inoltre, una componente essenziale della "MÖNESTRA DÖ PANÖ", ( MINESTRA DI PANE ) di cui diamo la ricetta: fate soffriggere nell’olio ( abbondante! ) uno spicchio d’aglio ridotto a pezzettini ed una grossa cipolla ( anche due ) a fettine sottili, aggiungete una discreta quantità di fagioli ( cannellini o borlotti ) ridotti a purea e mezzo bicchiere di vino bianco. Dopo un po’ versate alcuni mestoli d’acqua calda e tagliuzzate nel tutto le seguenti piante: bieta, pastinaca, iuosa, barba dö zappö e finocchiella ( in abbondanza ). Salate e, a cottura ultimata, versate il tutto su sottili fettine di pane di grano, tagliate da una pagnotta vecchia di almeno quattro o cinque giorni, disposte in una "spasetta" che poi coprirete ed avvolgete con un "mantile" e lascerete a riposare per almeno cinque o sei ore. Prima di mangiarla potete ripassare la minestra in padella con olio ed uno spicchio d’aglio schiacciato. E’ indispensabile mangiare la minestra di pane con pezzetti di cipolla cruda ( buono anche l’accoppiamento con cipolla ed olive all’acqua! ). Buon appetito!

N. B. Per la perfetta riuscita della minestra di pane è essenziale che i fagioli siano cotti alla pignatta vicino al fuoco! Con i semi di finocchio si può realizzare un decotto contro l’alitosi ( alito cattivo ) e come digestivo: fate bollire cento grammi di semi in un litro d’acqua e bevetene una tazzina dopo ogni pasto.

Indispensabile è la finocchiella per la pasta con le sarde.

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