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da "FIGHTING PAISANO" di ALFONSO FELICI      Parte III  4

In forza alla 88th Infantry Division per la conquista di Roma

Lasciai Nettuno a bordo di un LCT (173) salutando il mio caro amico Charles. La mia nuova assegnazione all'88th Infantry Division, comandata dal generale Sloan, avvenne il 9 marzo a Carinola. Vi giunsi in mezzo ad una pioggia torrenziale mentre in lontananza si udivano i boati delle cannonate sul fronte di Cassino. Freddo, fango e la pioggia che non smetteva mai. Dopo un breve colloquio con il generale Sloan, fui assegnato in forza alla Compagnia "A" guida effettiva del 3° battaglione, 349mo Reggimento. Sul fronte di Cassino non era cambiato niente, o quasi, da quando l'avevo lasciato, prima dello sbarco di Anzio. Iniziarono subito i pattugliamenti sulle posizioni tedesche, operando di giorno e di notte, certe volte a venti, trenta metri catturando prigionieri dentro le loro stesse trincee perché fossero interrogati dai superiori.

Sul fronte di Cassino: io a destra con Jackson.

Il cattivo tempo fu il peggiore dell'anno. Il Garigliano straripò e la temperatura ci obbligò ad indossare indumenti più pesanti che ci impedivano di fare ogni movimento.

Incontrai ancora una volta i registi Frank Capra, John Houston e Bill Wyler, operatori di documentari che, avendo letto la mia storia sul "The Stars and Stripes", mi immortalarono nei loro Combat Films (nel dopoguerra a Hollywood ho lavorato con loro come aiuto regista). Venne aprile ed avemmo un periodo di pattuglie costanti e di scontri con il nemico che attaccavamo da dietro i nostri carri armati del 760th Tank Battallion (174). Per i primi di maggio conquistammo Casanova di Carinola nonostante la pioggia ormai incessante.

L'88th Infantry Division passò al 2nd Corps (175), comandato dal generale Geoffrey Keyes, destinata ad occupare Roma. Raggiungemmo le alture e potemmo vedere il fiume Garigliano ed il mare. Il nostro reggimento ebbe un nuovo comandante nella persona di Joseph B. Crawford, soprannominato "krautkiller" (176). Rimasi con l'88th Division per diversi mesi, operando di giorno e di notte e guidando i nostri uomini sotto il fuoco nemico, a volte a pochi metri di distanza dalle loro postazioni, altre volte spingendoci fin nelle loro trincee.

Era impossibile per la Quinta Armata avanzare e penetrare nella Valle del Liri per poi muovere alla volta di Roma.

Iniziò l'operazione "Diadem" per la conquista di Tufo, di Santa Maria Infante e Minturno. L'offensiva, appoggiata da artiglieria, mortai ed armi leggere, inflisse una pesante sconfitta alle truppe tedesche sulla Gustav Line conquistando Monte Damiano, Monte Araceli ed in seguito Monte Rotondo. La battaglia si fece più aspra prima di raggiungere Santa Maria Infante. Il paese era strenuamente difeso dai tedeschi ma il nostro reggimento, con un'azione di sfondamento, riuscì a penetrare fra le macerie facendo numerosi prigionieri. Ci avvicinavamo sempre verso casa mia. Con la caduta di Cassino, le truppe francesi continuarono la loro avanzata nella zona del Liri, mentre noi della 88th occupammo Spigno Saturnia, Tufo e Santa Maria Infante. Un vecchio mi raggiunse e mi regalò un cestino di ciliegie primizie ed io gli regalai un pacchetto di sigarette.

A Santa Maria Infante si parlò di spingere la 88th Division verso Castelforte, lasciando che la 36th Infantry continuasse l'avanzata sul lato sinistro, ma un contrordine confermò la vecchia direttiva che imponeva di occupare per primi Minturno e Formia.

I tedeschi si difendevano accanitamente lasciando sul campo morti e feriti. I nostri aerei mitragliavano a volo radente i mezzi nemici sulle strade, incendiandoli. Noi pattugliavamo in avanscoperta e notavamo che il nemico si ritirava scompostamente. La nostra avanzata continuò con la conquista di Minturno, Formia, Itri e Fondi seguita da violenti combattimenti. Fondi mi era molto familiare perché, anni prima, ci andavo con il mio paesano Telemaco Anticoli a caricare arance e limoni con il suo carretto trainato dal cavallo "Barone". Attraversando le vie di Fondi gli abitanti ci offrivano le arance e noi davamo loro sigarette e biscotti e, mentre passavamo, un prete ci diede la santa benedizione.

Dopo Fondi ci unimmo con la 85th Infantry Division che proseguì occupando Terracina, mentre noi risalimmo verso i monti Ausoni. La nostra strepitosa avanzata continuò con aspre battaglie fino a Monte San Biagio, sulle pendici del Monte delle Fate. Sopra quel monte c'ero stato molte volte con i miei amici e in lontananza si vedeva Villa Santo Stefano.

Dopo la liberazione di Sonnino fui assegnato alla 350th Infantry, perché la zona mi era molto familiare. Camminando per le impervie rocce e costoni guidai quattro soldati addetti alle trasmissioni radio.

Arrivammo su un piccolo promontorio dove avremmo dovuto segnalare i movimenti nemici verso Roccasecca dei Volsci. Tornai indietro, ma dopo circa un chilometro, sentii diverse raffiche di mitra seguite da un lungo silenzio. Più tardi vedemmo che i quattro soldati erano stati trucidati da un gruppo di tedeschi in agguato. Si difesero con tanto valore che fu loro conferita la Stella d'argento al merito. Fui triste perché, inconsapevolmente, ero stato io ad averli portati verso la morte.

Il 24 maggio fu occupata Roccasecca dei Volsci. Dal cocuzzolo di quel paese si poteva vedere Villa Santo Stefano. Puntando il binocolo si scorgeva la finestra di casa mia. Dissi a Blower, "Capitano ecco il mio paese, là sono nato io, là c'è mia madre, voglio andarla a vedere".

Con gli Americani sulle montagne di Roccasecca dei Volsci (LT).

Il capitano mi disse che la zona era ancora in mani tedesche e che da lì arrivavano le cannonate. Io notai che provenivano da San Marco, vicino al cimitero del paese. Blower mi assicurò che, non appena il paese fosse stato occupato dai francesi, mi avrebbe mandato a trovare mia madre, anche se io avrei preferito che Villa Santo Stefano fosse stata liberata da noi. Rimanemmo a Roccasecca per due giorni, combattendo dalle alture, impegnati duramente da un cordone di reparti tedeschi che proteggevano la ritirata d'ingenti forze amiche provenienti da Littoria ed Anzio e dirette a Valmontone.

 

 

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173. Mezzo da sbarco americano.

174. Battaglione corazzato

175. Seconda Armata.

176. Letteralmente uccisore di Crauti. Era il nome dato dagli Yankees ai tedeschi.

 

 

 

 

 

 

 

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