Villa Violenta, cronache giudiziarie santostefanesi tra '800 ed inizio '900 - Rubrica a cura di Ernesto Petrilli
 

SERENATE E COLTELLI

Il termine serenata deriva dalla parola sera, in quanto veniva effettuata dopo il calar del sole. Con la serenata l’innamorato dichiarava apertamente il suo sentimento e attendeva con ansia l’aprirsi della finestra dell’abitazione della donna amata, quale segno di accettazione del corteggiamento. Se la finestra rimaneva chiusa il messaggio, purtroppo, era chiarissimo: rifiuto totale di ogni possibilità di avvio di un rapporto sentimentale. Con la serenata lo spasimante si esponeva pubblicamente di fronte al paese intero e, soprattutto, di fronte ai parenti della prescelta che, a volte, reagivano con violenza se non contenti del pretendente. Così poteva capitare che come per le "serenate a dispetto" le conseguenze fossero liti, ferimenti, uccisioni e quindi tribunale e carcere.

E’ questo il caso che vi presento nell’articolo: un giovane innamorato respinto, perché troppo povero e non troppo onesto, che continua a perseguitare l’amata con canti notturni e che una sera, nel corso di uno scontro con uno della famiglia, lo uccide facendosi, poi, vent’anni di galera. Lasciamo ora la "parola" alla sentenza.

 

Gio. Battista Reatini
14 -15 gennaio 1843

Governo Pontificio

Delegazione Apostolica di Frosinone

Tribunale Collegiale di 2° Turno

temporaneamente eretto

in Nome di Sua Santità Papa Gregorio XVI

felicemente regnante

Oggi 27 ottobre 1843

Si è radunato nella sala di udienza il Tribunale composto dagli Ill.mi Signori Avvocato Francesco Caramini, Presidente, Gio. Battista Narducci, Giudice, Vincenzo Orlandi, Giudice. Coll’intervento delli Signori Attico Garofalini, Procuratore Fiscale, Alessandro Kambo, difensore pubblico, e coll’assistenza di me, infrascritto Sostituto Cancelliere

Per proporre e giudicare la causa di

Omicidio e

furto semplice

contro

Gio. Battista Reatini, figlio del vivente Carlo di Santo Stefano, di anni 25, pastore, carcerato lì 15 gennaio 1843.

A tali effetti introdotto nell’aula il Prevenuto (l’accusato), libero e sciolto

Recitate le solite preci (preghiere)

Visti gli atti del processo compilato dalla Curia Inquirente di Ceccano

Sentito il procuratore Fiscale, il quale ha concluso che il prevenuto Reatini sia condannato ad anni 20 di galera per l’omicidio e a mesi 6 di carcere pel furto semplice

Sentito il signor Kambo, difensore nelle sue verbali deduzioni, il quale ebbe per ultimo la parola

Chiusa la discussione, restituito l’inquisito nella sua prigione e

Ritiratosi il Tribunale nella Camera delle prede liberazioni ha pronunciato la seguente

Sentenza

di due delitti doveva rispondere nell’odierna seduta il Prevenuto Gio. Battista Reatini, cioè di un furto semplice, il cui compendio (ammontare) non superava i venti scudi e della uccisione di Giuseppe Lucarini avvenuta nella notte tra il 14 ed il 15 gennaio del corrente anno 1843.

E rispetto al primo di questi delitti risultava che il muratore Andrea Buzzolini di S. Stefano aveva tagliato di recente, nel terreno di Michele Lucarini, alcune tavole di ceraso segate, ma che il Prevenuto, spinto dalla sua miseria, in una notte di dicembre del 1842, le aveva involate (rubate), nascondendole in alcune capanne circostanti.

A convincerlo colpevole del furto da lui ostinatamente negato concorreva la testimonianza di Domenico Toppetta presso cui il Reatini voleva nascondere il compendio (il bottino) del furto e anche l’altra testimonianza di Giacinta Lucarini, alla quale l’Inquisito non seppe negare il suo reato, allorchè essa gliene faceva rimprovero.

E rispetto al secondo delitto, cioè all’uccisione di Giuseppe Lucarini risultò dalle carte processuali e dal pubblico dibattimento il fatto seguente:

amoreggiava l’infelice Lucarini colla giovane Anna Bonomo, ed onesti erano i di lui amori, perchè doveva santificarli un matrimonio già stabilito in famiglia. Anche l’inquisito, sebbene non corrisposto per la sua povertà, pretendeva in amore con Irene, sorella di Anna Bonomo e per entrare in grazia dell’amata, com’è costume dei contadini, recavasi di continuo sotto le finestre della sua abitazione a cantare nelle ore più inoltrate della notte. Questo procedere dell’inquisito dispiaceva non poco a Lucarini sia per gelosia del proprio amore con Anna, sia perché Irene, che doveva essergli in breve cognata, disgradiva (non gradiva) i canti di Reatini. Regnava perciò tra i due innamorati (Reatini e Lucarini) quel malumore che fa trascendere sovente (spesso) ai più gravi misfatti, e così fu che nella notte dal 14 al 15 gennaio circa le ore 7, incontratisi entrambi presso l’abitazione delle sorelle Bonomo si rese Reatini, dopo breve colluttamento (colluttazione) omicida dell’altro, mediante un colpo di coltello che penetrava ad offendergli cuore.

L’inquisito confessava il delitto, ma vi aggiungeva circostanze non verificate, anzi del tutto escluse. Narrava di aver rinvenuto (trovato) a quell’ora così tarda, il Lucarini a discorrere sulla via con entrambe le sorelle Bonomo, mentre risultava dal processo che queste fossero accorse quando già l’infelice Giuseppe era agonizzante, spirando poco appresso (dopo) tra le braccia della sua fidanzata. Il Reatini aggiungeva che il Lucarini gli si era scagliato contro con una accetta percuotendolo in più punti della vita, mentre non si rivenne in lui neanche la più piccola lesione. Proseguiva a dire che Giuseppe Lucarini gli aveva preso dalla giacchetta, evidentemente tolta, la somma di otto paoli, mentre non seppe spiegare la provenienza di questo denaro che, stante la sua estrema miseria non poteva certamente ritrarre dai suoi redditi.

Rimanendo pertanto escluse queste circostanze fu osservato che essendovi elementi bastanti a convincersi dell’odiosa e atroce azione si ritenne che il fatto stesso degli amori di Reatini mal corrisposti da Irene e male interpretati da Lucarini avesse suscitato nell’animo dell’omicida una provocazione nel vedersi da quest’ultimo o discacciato o aggredito. Infatti è da considerarsi che, a detta dei testimoni, si intese dall’uno e dall’altro capo della via un correre simultaneo e quindi un azzuffarsi. Le ferite riportate dal prevenuto nel collo e nel petto manifestano che furono cagionate (causate) nel colluttamento e che il coltello omicida non fu vibrato a tradimento.

Considerato quant’altro doveva considerarsi

Invocato il nome illustrissimo di Dio

Il Tribunale considerati gli articoli 438 e 439 della procedura Criminale ha dichiarato

In genere

Constare dell’esistenza del delitto di omicidio in persona di Giuseppe Lucarini, mediante ferite prodotte da arma incidente e perforante, penetranti nella cavità del torace con lesione del cuore e del polmone e con travaso di sangue, causa unica dell’immediata morte.

Similmente constare in genere dell’esistenza del delitto di furto semplice a danno di Andrea Buzzolini

In specie

Constare che Gio. Battista Reatini è colpevole dell’uccisione di Giuseppe Lucarini, ma in seguito di provocazioni, nonché constare di essere egli l’autore del furto semplice, di cui sopra

In diritto

Visto l’articolo 281 del regolamento sui Delitti e sulle Pene, ove l’omicidio commesso in seguito di provocazione è punito colla galera dai 15 a 20 anni,

e visto l’articolo 336 dove, il furto semplice è punito colla detenzione da un mese a 6 mesi

ha condannato è condanna Gio. Battista Reatini ad anni 20 di galera e ad altri mesi 6 di detenzione da computarsi dopo i tre mesi dall’ingresso in carcere ed al duplo (doppio) del valore del furto. L’ha infine condannato alla emenda (risarcimento) dei danni tanto verso la famiglia dell’ucciso, quanto verso la parte derubata, da liquidarsi nei rispettivi giudizi civili ed alle spese alimentari e di giustizia verso l’Erario.

…..

In questo caso le ripetute serenate fanno da preludio al delitto. Giovanbattista Reatini ha il torto di essere povero, ma non si arrende al rifiuto di Irene Bonomo. La sua insistenza lo porterà allo scontro con Giuseppe, che in qualità di paladino dell’onore della futura cognata, lo affronta ricevendo una coltellata mortale.

"Casale Lucarini" (2012)

Via della Portella (2012)

 

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up. 08.02.13

www.villasantostefano.com

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