Louis "Lou" Lucidi

(22 novembre 1920 - 21 agosto 1944)

Il dolce odore delle ciambelle in caldo nel forno si mischiava con il sapore forte del caffè, Lou pervaso d’orgoglio stava finendo di indossare l’uniforme nuova. Mamma Teresa e papà Costantino vedendo scendere il figlio ne colsero distintamente l’appassionata devozione per la patria di adozione tipica degli immigranti. Durante la colazione nessuno parlò, l’unica a farlo fu gracchiando la vecchia radio Motorola che annunciava il discorso del presidente Roosvelt alla nazione. Concluso il pasto Lou impacciato tentò di aiutare la madre a rassettare la cucina quindi la salutò baciandola sulle guance e nel momento in cui aprì la porta di casa si voltò improvvisamente per stringere fortemente a se il padre, quell’inaspettata pressione ricondusse Costantino Lucidi ad una mattina di molti anni prima, in un piccolo paese italiano quando anch’egli trepidante saluto papà Luigi e mamma Giacinta alla chiesetta della Madonna dello Spirito Santo dove era andato a farsi benedire l’anima prima di affrontare il viaggio che lo avrebbe condotto verso l’ignoto continente nordamericano.

Chiudendo il cancello Lou notò la bandierina a stelle e strisce che la sorellina Caroline aveva posto sullo steccato del loro giardino, fissò la finestra dove riposava il fratello Joseph che aveva preferito non svegliare, quindi intrepido percorse a piccoli passi il marciapiede che lo divideva dalla stazione dei bus. Quella mattina al chiarore dell’alba Tenth Street, dove aveva sempre abitato, gli parve irreale come quando da bambino dopo tanto correre gli si appannavano le lenti degli occhiali. A destra vide la chiesa dove ogni domenica dopo la messa si abbandonava in interminabili partite di pallone con gli irriducibili piccoli irlandesi del vicino caseggiato, più giù a sinistra c’era "gli store" dove zio Augusto gli comprava ogni genere di dolciumi, ma le cromature luccicanti del bus Greyhound che lo stava aspettando lo riportarono alla realtà, mostrò al conducente la lettera d’arruolamento e lasciò per sempre Niagara Falls.

Il rumore dei cingoli era assordante e Lou dovette ripetere urlando due volte grado e nome presentandosi al corpo di guardia di Camp Knox nel Kentucky. l’unità a cui era stato assegnato il giovane Lucidi era la 743 Tank, un battaglione di carristi inserito nella First Division "il grande uno rosso", sin dalla sua costituzione fu condotta dal colonnello John Upham.

Louis Lucidi
Louis Lucido (*)  

In quella calda estate del 1942 la vita di Camp Knox fu animata dalla presenza colorita di centinaia di giovani reclute provenienti da ogni angolo d’america diversi tra loro, spesso analfabeti. Upham capì immediatamente che era essenziale trasformare quell’entusiastico indefinito fervore giovanile in un’unica solida e compatta unità da combattimento. Le competenze del colonnello Upham erano indiscutibili e i suoi metodi fatti di revisioni interminabili ai carri e incessanti esercitazioni erano spesso motivo di risentimento fra i suoi soldati, non consapevoli ancora di star divenendo una delle unità più preparate dell’intero Esercito U.S.A. come in seguito dimostrarono. Successivamente Louis fu trasferito a Camp Campbell dove iniziò l’addestramento con i nuovi carri armati Sherman anfibi, fedeli compagni di tutta la futura campagna europea, la sua preparazione culminò per precisa volontà del suo comandante nel Desert Training Center dove l’ormai solido battaglione tastò per la prima volta le superfici sabbiose del Sud California preludio di diversi scenari oltreoceano.

Stemma del 743 Unità CarriNei primi mesi del 1944 dopo aver svolto due anni di duro lavoro la 743 unità carri era pronta per essere inviata in Inghilterra. Per realizzare tale impresa furono coinvolte ogni tipo di imbarcazioni della marina statunitense che permisero di muovere quello che al momento si presentava come il più imponente degli eserciti moderni.

Lucidi e i suoi compagni salparono dalle coste occidentali degli Stati Uniti su un vecchio mercantile stracolmo di uomini e mezzi, disteso sul ponte di seconda classe vicino al locale macchine Lou avvolto dalle nebbie fredde dell’oceano immaginò suo padre che aveva già solcato quelle rotte timoroso come lui degli avvenimenti riservatigli dal fato. Upham e i suoi carristi furono dislocati in una zona costiera del Est della Gran Bretagna tra villaggi evacuati ed enormi attendamenti Nissen invisibili dai cieli, segregati tra colline e dune costiere dove incessanti nella massima segretezza continuavano gli ultimi preparativi per il giorno più lungo. Quasi quotidianamente Lucidi trascorreva le giornate addestrandosi ossessivamente all’evasione subacquea in caso di emergenza dal suo carro anfibio con il quale sarebbe sbarcato in Normandia altrimenti si adoperava a preparare riluttante e imprecando in santostefanese la nauseabonda mistura di grasso animale e fibre d’amianto che preservava i Sherman dalle infiltrazioni d’acqua.

Le brevi libere uscite le passava pasteggiando con i suoi commilitoni al Mirabelle di Londra per poi far ritorno nel Devonshire. Le mastodontiche bistecche che iniziarono ad apparire nei vassoi della mensa indussero gli uomini della 743 a pensare che qualcosa di importante stava per accadere. Infatti da lì a poco verso i primi di giugno del 1944 pattinando con i cingoli sulle strade in pietra del Devon raggiunsero i centri di raccolta e imbarco per la costa Normanna.

Il 4 e 5 giugno gli equipaggi dei carri li passarono stipati all’inverosimile nei battelli che avrebbero raggiunto la Francia, l’ansia e il malessere crescevano mentre i motori accesi dei Tanks bruciavano benzina per ore. Per spezzare la tensione si giocava a dadi o si ironizzava sulle nuove tenute da sbarco dall’odore sgradevole. Finalmente tra il silenzio generale il brigadiere Norman "Dutch" Cota parlò così loro mettendoli in guardia: "qui la cosa e’ diversa da ogni altra esercitazione che avete fatto finora. Le piccole manchevolezze che abbiamo cercato di correggere a Slapton Sand qui saranno ingigantite e daranno adito a incidenti che a tutta prima potrebbero sembrarvi un caos. Ci sarà confusione, i mezzi da sbarco non arriveranno all’ora prevista e degli uomini saranno sbarcati nel punto sbagliato. Altri non saranno sbarcati affatto. Il nemico tenterà, e in parte anche riuscirà, di impedire che ci creiamo un alloggiamento. Dobbiamo improvvisare, procedere come se nulla fosse, non perdere la testa".

Poco prima delle 24.00 del 5 giugno 1944 i primi convogli si allontanarono dalle coste inglesi scomparendo dai radar posti intorno a Portland. Il 6 giugno del 1944, il giorno dei giorni, iniziò nei peggiori dei modi per la 743, che alle 06,25 si trovava ammassata con i suoi carri su alcune decine di mezzi da sbarco che sia per la marea contraria che per l’imponente fuoco tedesco, fecero subito fatica a raggiungere terra. I primi Sherman sprofondarono nell’acqua troppo alta trascinati nel fondo dal loro peso, il colonnello Upham arrivò subito dopo la prima ondata sferragliando con il suo carro, dirigeva via radio i carri a un centinaio di metri dalla riva, sbarcati i mezzi alle 08.00, saltò in acqua, raggiunse la riva e da qui cominciò ad impartire ordini che permisero al suo battaglione di giungere più o meno intatto a terra diversamente da tutte le altre diverse unità.

Omaha Beach

Ferito alla spalla destra, rifiutò il soccorso medico per raggiungere i soldati Leveque e Beckett, i quali avevano abbandonato il loro carro privo di un cingolo. Con il braccio destro penzoloni, indicò loro di rifugiarsi sotto le dune frangiflutti. Beckett così commento: "il colonnello rimase impassibile, anche in quel momento". Gli uomini degli equipaggi si resero subito conto di essere parecchio a destra dell’obbiettivo assegnato ad Omaha Beach, Upham spinse un carro apripista a praticare un varco per i mezzi corazzati attraverso una delle uscite della spiaggia, vi riuscì su una esile striscia di sabbia, sotto Pointe Du Hoc, dopo 16 ore di durissimi combattimenti avvolti dalla spessa coltre di fumo delle esplosioni sfidando la marea contraria e in condizioni di estrema difficoltà riuscirono insieme al 2° battaglione Rangers a sfondare il fronte, il colonnello John Upham cadde la sera stessa.

Pointe Du Hoc

I giorni successivi allo sbarco furono altrettanto difficili per Lucido e compagni, infatti l’occupazione delle spiagge fu solo il preludio di una campagna sanguinosa e difficile. Lo spirito e le capacità della 743 furono severamente provate contro alcune delle migliori unità panzer naziste come la superba divisione Panzer Lehr che affrontarono subendo gravi perdite nei distretti di Vierville e St. Pierre Du Mont, il 18 agosto durante una sosta Lucidi scriveva così alla madre descrivendo quei giorni: "cara mamma, oggi abbiamo ricevuto la citazione presidenziale, il colonnello ci ha fatto un piccolo discorso riguardo l’ottimo lavoro che stiamo facendo per ricacciare a gambe levate i nazisti. Ora stiamo riposando, nient’altro da dirti ora eccetto il il mio amore alla famiglia. Con affetto Lou".

Nei stessi giorni usciva un’articolo sull’eroico esempio dato dalla 375 sul periodico delle forze armate U.S.A. "Stars and Stripes" nel "D day" nell’operazione Overlord.

Due mesi dopo lo sbarco in Normandia la situazione continuava ad essere critica, era come se fosse accaduto qualcosa di catastrofico per quanto riguardava la strategia sulla mobilità alleata, le cose stavano prendendo una bruttissima piega, la campagna di liberazione stava durando ancora a lungo contro ogni previsione sia per le difficoltà del "bocage" francese sia per la tenacia resistenza delle ultime decimate unità tedesche. Le forze alleate decisero quindi di arginare il nemico a Nord di Orleans creando una testa di ponte a Sens che avrebbe dovuto chiudere a tutti i costi con un’enorme tenaglia il varco della sacca di Falaise dove si erano concentrate le ultime esauste forze di resistenza naziste dopo la caduta di Caen.

Gli aspri e violenti scontri che si protrassero per oltre una settimana decimarono il battaglione di Lou che rimase con soli 13 carri armati. Il 21 agosto quando finalmente la sacca di Falaise fu finalmente chiusa tagliando definitivamente fuori le truppe tedesche, Lou fu colpito a morte in combattimento.

Il 22 agosto si giunse alla conclusione che tutte le forze tedesche di un qualche peso a ovest delle linee alleate erano ormai annientate o catturate. Le armate U.S. potevano finalmente lasciarsi alle spalle le rovine di Saint Lambert e Coudehard, di Chambois e di Trun, lo spettrale mattatoio del corridoio di Falaise. Un mese dopo, il 25 agosto, avrebbero liberato Parigi.

Stele commemorativa a Niagara Falls (New York) "Lou" è il 12° partendo dall'alto

Wall Plaque Citation

Louis Lucidi continua a vivere nel cuore di chi lo ha amato e mai dimenticato, la sorella Caroline ha infatti chiamato così i suoi figli: Therese Lou, Lynda Lou, Louis Joseph, Dawn Lou, il fratello Joseph ha chiamato sua figlia Therese Lou. l’ultimo fratello, Stanley chiamerà il figlio Louis.

Awarded CitationLouis Lucidi nacque il 22 novembre 1920 a Niagara Falls ( New York ) da Costantino Lucidi e Teresa Calandra, visse al 2612 Tenth Street di Niagara Falls, si arruolò il 13 agosto 1942, cadde in combattimento il 21 agosto 1944 a 23 anni nei pressi di Falaise in Francia, fu decorato con l’onoreficenza Purple Heart.

Il padre Costantino Lucidi naque a Villa Santo Stefano (Fr) da Luigi e Giacinta Iorio, aveva due fratelli, Giuseppe e Augusto che raggiunse in america il 10 marzo 1917 all’età di 17 anni imbarcandosi a Napoli sulla nave S. Anna, a Villa Santo Stefano rimasero le sorelle Rosa e Virginia.

 

Epilogo

Talvolta in Normandia all’alba si alza dispettosa la brezza marina che ama giocare tra le bianche lapidi del cimitero di Saint Laurent Sur Mer creando così un lieve disordine in quel silenzioso esercito di pedoni di una partita a scacchi giocata e vinta, nel recinto 20 nella tomba 34 riposa Lou, accanto a lui, poco più giù, gli fanno compagnia i fratelli Preston e Robert Niland, quelli del film di Steven Spielberg "Salvate il Soldato Ryan".

Il Cimitero di Saint Laurent

Marco Felici (giugno 2004)

Awarded Citation  |  Catholic Memorial Mass


Bibliografia

  • Max Hastings – Overlord – Simon & Chuster, New York, 1984

  • Carlo D’Este – Decision in Normandy – Collins – London 1983

  • Stephen E. Ambrose – D.Day - B.U.R. 2004

  • Move Out, Verify : The combat story of the 743rd Tank Battalion, Dallas,1981

 

Ringraziamenti

 


(*) Lucidi o Lucido: come molti altri cognomi italiani, venivano "trasformati" negli Stati Uniti dalle autorità preposte all’immigrazione, sia per trascrizione errata (come in questo caso) o per semplificare quando erano difficili da pronunciare in inglese.

 

Louis "Lou" Lucidi in English

www.villasantostefano.com

PrimaPagina     VillaNews