La Contessa Pazza

di Arturo Iorio

La contessa Maria Bernardi in Passio amava le riunioni conviviali e l'allegria e non disdegnava nemmeno le attenzioni degli uomini; il marito Giovanni Andrea, di tutt’altro stampo, ingelosito e sospettoso, un giorno la seguì che era andata a cogliere frutta in un loro orto fuori Porta e trovatala con un altro uomo, freddò costui con una schioppettata. Nonostante la sua posizione ed influenza, il Passio fu costretto ad andare in confino a Castro. Il fatto di sangue impressionò profondamente la donna, la quale perse tutta la sua vivacità e precipitò in uno stato di abbattimento che ne fece una reclusa nelle sue camere e la sconvolse mentalmente.

Ad approfittare dello sbandamento mentale della signora Passio, si fecero avanti due avventurieri locali di buona famiglia, zio ecclesiastico e nipote ambizioso, che spregiudicatamente raggirarono la povera donna rimasta sola — il cognato don Giuseppe doveva essere già morto.

I Passio avevano un giovane figlio studente al seminario diocesano; durante una sua vacanza in paese, il giovanotto era andato a passeggio con i due avventurieri verso le Fontanelle, quando dalle fratte sbucarono dei briganti facendo fuoco sui tre che si erano dati alla fuga, e nella sparatoria rimase ucciso il giovane Passio. Non mancarono voci in paese che accusavano i due avventurieri di aver organizzato l'agguato. Colpita da questa nuova tragedia, la signora Passio si ritirò nelle camere del piano superiore della sua casa segregandosi completamente da tutti, e nello stato di plagio nel quale si trovava, affidò l'amministrazione dei suoi beni ai due avventurieri. Questi, avvantaggiandosi dell'atmosfera libertina di quegli anni che avevano portata la rivoluzione francese fino a S. Stefano, aprirono le sale di casa Passio a feste e balli frequentati da giovanotti che con la scusa del beretto frigio si davano alla pazza gioia, organizzando perfino quei balletti angelici, come vennero definiti dalla gente del paese, ai quali partecipavano uomini e donne ignude.

Secondo il racconto, durante una di queste orge, qualcuno forse ubriaco salì nel piano superiore e forzò la signora Passio a scendere per farla partecipare al festino; l'effetto della scena orgiastica che le si presentò ed il pesante rimorso per tutto quanto era risultato dalla sua leggerezza, fecero ancor più retrocedere la donna nel buio che si era creato nella sua mente; si ritirò a vivere nell'Ospedale nuovo, dopo aver sborsato ai due avventurieri « la somma di scudi 500 provenienti da residuale della sua dote, con obbligarsi essi... (a) pagare alla detta Passio mensilmente ed anticipatamente la somma di scudi 4,16 unica rendita tenue rimastali per poter la medesima sussistere mentre vive ». Nel 1823 la troviamo che ricorreva alle autorità perché i suddetti signori erano «morosi al pagamento... mensile». I beni dei Passio vennero venduti o per riversione tornarono ai Colonna.

 

 

 

Mancano carte d'archivio per documentare la tragedia della « contessa pazza », e bisogna perciò riferirla nella narrazione popolare tenendo conto della tendenziosità, malizia e malevolezza che colorano questi racconti.

La storia della « contessa pazza » venne narrata con vividezza di particolari all'autore da Mariangela Poggiossi, ultranovantenne, nel 1980, e nel passato era corrente tra le persone anziane che raccontavano i fatti del paese. Per il ricovero della Bernardi nell'ospedale, v. ASF B/1143.

 

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