Attuale affresco della Madonna effettuato dopo il restauro del 1938

Ancor oggi  esiste una particolare devozione verso l'olio della Lampada della Madonna.                  

Ecco dunque l'elencazione dei miracolati in ordine cronologico, dopo la prima già sopra citata del cieco nato (11 aprile 1721) :

Cipolla Andrea fu Cesare da Vallecorsa, affetto da fistola uìcerina (18 aprile 1721);

 Sacerdote Pietro Coione da Ceccano, travagliato da podagra (19 aprile 1721);

Galante Giuseppe da S. Stefano, inchiodato a letto da otto mesi per dolori acutissimi (19 aprile 1721);

 Palatta Maria Angela da Ceccano, immobilizzata per i nervi compressi (20 aprile 1721);

Fauttilli Paolina da Prossedi, ossessa da circa quarant'anni (20 aprile 1721);

Conti o Cionti Alberto da Sora, uscito illeso da tremenda caduta in un dirupo mentre invocava Maria SS.ma dello Spirito Santo (21 aprile 1721);

 

 

Dipinto raffigurante lo Spirito Santo (sopra l'altare)

Luzi Michelangelo da Giuliano, cieco da due anni (21 aprile 1721);

Ciolli Bernardo da Pofi con l'osso spezzato nella gamba destra (21 aprile 1721);

Tambucci Ignazio di Salvatore, impossibilitato a camminare;

Petacci Marco da Prossedi, impossibilitato a camminare;

Clemenzia moglie di Giovali Pietro Leo da S. Stefano, ossessa da 15 anni;

Reatini Elisabetta, parimenti ossessa;

Civè Giorgio da Vico, Diocesi di Alatri, affetto da vertigini;

Masocco Elisabetta da Giuliano, sofferente di gravi dolori; Tamburrini Matteo da S. Lorenzo (ora Amaseno), travagliato da continui dolori e immediatamente risanato;

Valerio Sebastiano da Pofi, D. Enrico Cuccio, Ciucci Innocenza ed Antonio di Castro da Roccasecca, Diocesi di Terracina, Silvestre Giovambattista da Roccasecca, tutti immobilizzati;

Pagiosso Flaminia di Castro, affetta da malìa (1 maggio 1721);

Del Bosco Anna di Giuseppe da Ceccano, colpita da gotta nella mano sinistra (4 maggio 1721);

Trombetta Giovan-Carlo da Patrica, Diocesi di Ferentino, da tré anni impedito nella vista (4 maggio 1721);

Tajocco Dorinda da Maenza, ossessa da 20 anni (7 maggio 1721);

Cricca Domenico di Giuseppe da Guarcino, impossibilitato a camminare (7 maggio 1721);

Canorro Marzia da Giuliano, sofferente di due mali (7 maggio 1721);

Colomba moglie di Giovan Maria Tornasse da Patrica, assalita da dolore acuto (9 maggio 1721);

Catarina di Giuseppe Tornasse da Strangolagalli, ossessa (10 maggio 1721);

Benvenuto Livia Celesta da Frosinone, ridotta in fin di vita e immediatamente risanata (11 maggio 1721);

Vincenza moglie di Angelo Salvatore dell'Arnara, impedita ad un braccio (11 maggio 1721);

Politi Maria da S. Stefano, sofferente in una mano;

Di Fabio Giovan Battista da Maenza, dalla coscia spezzata (11 maggio 1721);

Simone Marta da Vico, soggetta a continui svenimenti (13 maggio 1721);

Tornei Giacoma da Vico, sofferente di sciatica (13 maggio 1721);

Rossi Giuseppe da Vico, sofferente dello stesso male;

Canorro Marco da Giuliano, guarito da diversi mali (16 maggio 1721);

Vittoria moglie di Marco Ciccone da Itri, Diocesi di Gaeta, ossessa;

Faustinella Antonio da Sezze, gravemente offeso nel braccio destro; 

Stella Maria da Vico, recante il figlio impedito;

Antonino Giovan'Antonio da Piperno, stremato da malattia mortale;

Antonia figlia del quondam Giacomo Bauco da Ripi, nata muta;

Francesco Bartolomei Martino di Cilenza, Diocesi di Volterara nel Regno di Napoli, ferito mortalmente nella coscia;

Saccocci Appollonia da Itri, ossessa (28 maggio 1721);

Vittoria moglie di Angelo Fabricio, parimenti da Itri, ossessa;

Canonico D. Paolo Paolini da Veroli, affetto da podagra;

Cipriani Alessandro da Gavignano, Diocesi di Anagni;

Palombo Francesco da Sezze, sofferente di reni da 15 anni;

Petrucci Domenico da Lenola, Diocesi di Fondi nel Regno di Napoli, costretto ad usare le stampelle da anni;

Milanese Tommaso di Pietro da Piperno, impedito a camminare;

Marcellini Chiara da Piperno, travagliata da febbre terzana continua (9 giugno 1721);

Di Carlo Paolo da Piperno, giudicato inguaribile;

Magni Francesco da S. Lorenzo (oggi Amaseno), affetto da scaranzia;

Maddalena di Lidano Cascone da Sezze, giudicata inguaribile;

Petrucci Daria da Pastena, Diocesi di Fondi, tormentata da febbre continua;

Monti Pietro di Notar'Antonio da Sonnino, colpito da febbre terzana;

Tomasoni Giov. Battista da Alatri, investito da un cane arrabbiato;

Rossi Bernardino da Guarcino, allettato per febbre continua;

Anna moglie di Antonia Polidoro da Trivigliano, priva della vista;

Francesco Carlo Mario da Alatri, giudicato inguaribile;

Petrillo Nicola da Giuliano, in preda a fastidi dolorosissimi;

Baccario Francesco da Roccagorga, Diocesi di Terracina, storpio e gobbo;

Leo Fra Gaetano da Pettorano, Diocesi di Sulmona, sofferente di coliche e di calcoli da 3 anni;

Signora Teresa moglie del Sig. Galante Angelo da Sonnino, che a causa di un foruncolo porcino ebbe gonfia la mano, il braccio e la testa;

Della Valle Giov. Battista, sofferente nel ginocchio sinistro;

Malatesta Francescantonio da Gaeta, molestato da dolori dell'addome da dieci anni e ridotto in pietosissime condizioni;

D. Ubaldo Picciotti, Arciprete di Pisterzo, avente una carnosità nel viso;

Santojanni Erasmo da Itri, affetto da calcoli;

Grosso Domenico da Lenola, giudicato inguaribile;

Rosaro Antonia, pure da Lenola, giudicata inguaribile;

Procolo Fiorentino da Fallano, tormentato da acuti dolori;

Lauri Francesca da S. Lorenzo, da tré anni priva della vista;

Lucci Ferdinando da Terracina, che a stento poteva muoversi per lancinanti dolori nelle braccia e nelle ginocchia;

Galluzzi Liberatore da Ceccano, impiagato in ambedue le braccia;

Di Giorgio Laura da Piperno, priva della vista;

Saporiti Giovanna da Piperno, giudicata inguaribile;

Libertini Archelao da Cori, tormentato da dolori renali;

Silena Angelo da Roccasecca, colpito a bastonate nella testa e nel braccio, tanto da perdere la parola e da avere il braccio rotto;

Signor Carlo Giuseppe Bonifazio Spoletino, molestato da febbre e mal di testa;

Antonio Padovano da Villa di Valle, Diocesi di Piscina nel Regno di Napoli (Abruzzo), privo della vista ad un occhio;

Di Francesco Bartolomeo da Pietra Camela (Aquila) dalla spalla slogata;

Goccio Antonia di Silvestre da Arnara, Diocesi di Veroli, rimasta senza favella in seguito a colpo apoplettico;

Macci Giov. Battista da Piperno, privo dei sensi per vari giorni;

Colajanni Giacomo da Piperno, colpito da infezione gravissima;

Mancini Domenico da Monte S. Giovanni, Diocesi di Veroli, soggetto a continua apoplessia;

Baratta Domenica da Piperno, stremata dalle continue febbri;

Lucatelli Giuseppe da Piperno, dolorante per cancrena;

Tombolelli Parmigiano Antonio, cieco e suo figlio sordo;

Angelo Paolo Valentini di mesi, sofferente di infai figlioli;

II Rev. D. Giuseppe Bianchi, Arciprete di Vici tormentato da sciatica;

Signora Anna moglie dei Notar Giuseppe Cicceleli da Balsorano, Diocesi di Sulmona in pericolo di vita;

Capevano Andrea da Piperno, avvelenato dal morso di una vipera;

II Rev. Arciprete Giordani da Gavignano, sofferente di calcoli;

Giordani Vittoria con una fìstola all'occhio;

Pistoiese Domenica da Pisterzo, paralizzata in un mano;

De Santis Fabrizio da S. Felice, sofferente nelle gambe e nelle orecchie;

Monti Rosa, moglie del medico di Piperno, in pericolo di vita;

Vittoria figlia di Marsilia della Città di Modena Maddalena Fedele sua zia, ambedue ebree convertite: la Vittoria, sorda e muta dalla nascita, ottiene la favella e l'udito;

Trombetta Giovan-Carlo, alfiere, da Patrica, dolorante in una spalla che non poteva muovere;

Rosaria moglie di Domenico Petrone da Pistera abitante in Sonnino, giudicata inguaribile;

Salvati Camillo da Norma, Diocesi di Velletri, che ricupera la vista perduta.

E' certo che altri miracoli furono registrati dal Notaio di quell'epoca, Biagio Carlone, ed altri ancora finirono operati di natura prettamente spirituale che nessun riuscì mai a conoscere, perché nascosti nell'intimità della propria anima. Ci è motivo di conforto tuttavia l'aver conservati quelli sopra elencati, che in massima parte si verificarono dinanzi non solo ai testimoni autorizzati, ma di fronte a numeroso popolo presente.

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