ANTONIO TRANELLI

Il Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica

 

Nacque a Villa S. Stefano il 18 maggio 1905 da Angelomaria e da Emma Maria Tambucci, retti e laboriosi contadini e morì a Roma il 20 maggio 1979. Sposato con Assunta Sebastiani, ebbe due figli: Luigi e Nello.

Prestò servizio militare di leva nell’Arma dei Carabinieri come ausiliario dal 1924 al 1926.

 
 
 
 

Richiamato alle armi restò in servizio dal maggio del ‘40 al luglio del ‘45. Durante tale periodo partecipò a tutte le operazioni di guerra sul fronte albano-greco-jugoslavo. Disertato dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, riprese servizio all’arrivo delle truppe alleate, partecipando alla guerra di liberazione.

Uomo onesto, generoso ed intraprendente, anche se non sorretto da alcuna particolare preparazione culturale, si distinse nelle molteplici attività intraprese.

Nel 1929 emigrò in Argentina, dove svolse prevalentemente l’attività di carpentiere.

Ottimo suonatore di chitarra e mandolino, con il suo inseparabile compare Antonio De Filippi, virtuoso clarinettista ed un altro elemento del luogo, fondò un’orchestrina, molto apprezzata nelle sale da ballo ed in altri luoghi ove i tre erano chiamati ad esibirsi. Rientrato in Patria, continuò a nutrire la sua passione per la musica. Sono nel ricordo di molti le sue suonate davanti al portone di casa. Famose furono le serenate che, con i compari Antonio, sopra ricordato e Stefano Planera, portavano nelle ore notturne specialmente a Don Amasio Bonomi, loro indimenticabile educatore e maestro di vita spirituale ed umana.

Come percussionista fece parte di tutte le formazioni bandistiche costituite nel tempo nel nostro paese. L’arte della musica era talmente incarnata in lui che in campagna, non potendo dare sfogo alla sua passione con il canto perché stonato, con le labbra fischiettava continuamente le più belle canzoni ed i preludi, intermezzi e cavatine delle opere liriche più celebri.

Fu tra i pionieri ad importare i bufali acquistati allo stato brado nella palude pontina e poi addomesticati con gravi pericoli e sacrifici.

Per la sua conoscenza del mondo animale, approfondita anche in epoca successiva, allorquando sostituì l’allevamento dei bufali con le vacche da latte, molti proprietari di bestiame gli chiedevano consigli ed assistenza, specialmente in occasione di malattie od in presenza di parti difficoltosi, in quanto all’epoca era quasi impossibile ottenere l’intervento di un veterinario.

Ricoprì la carica di Presidente della locale sezione dei Coltivatori Diretti.

Nel 1978 la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Frosinone, per le sue benemerenze acquisite nei settori della zootecnica e dell’agricoltura, gli concesse la medaglia d’oro con la seguente motivazione: "PREMIAZIONE DELLA FEDELTA’ AL LAVORO E DEL PROGRESSO ECONOMICO".

Per meglio evidenziare l’umana sensibilità dell’uomo e la sua intraprendenza apparentemente anche un po’ spregiudicata, si ricorda che tante persone affette da distorsioni o slogature articolari richiedevano il suo aiuto. A tale fine si potrebbero raccontare tanti aneddoti, ma per rispetto delle persone coinvolte si ritiene opportuno non fare nomi.

Eletto consigliere comunale ininterrottamente dal 1946 al 1975, per diversi anni ricoprì la carica di Vice Sindaco. Sempre disponibile ad accogliere le istanze di tutti, in qualsiasi ora e luogo si trovasse, è ricordato con stima ed affetto dalla cittadinanza di Villa S. Stefano.

Riconoscimenti gli furono tributati da tutte le Autorità centrali e periferiche, conferendogli in successione le onorificenze di Cavaliere, Cavaliere Ufficiale e Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Cristiano osservante e praticante, non mancò mai alle funzioni religiose. La sua possente mole fisica si stagliava tra la folla specialmente nelle processioni patronali alle quali interveniva come ufficiale del governo o come comune fedele.

Con particolare fervore religioso partecipava alle processioni della Madonna dello Spirito Santo sia perché era nato e cresciuto a pochi passi dall’omonimo Santuario sia perché riteneva ciò un dovere familiare, in quanto il quadro della Vergine, realizzato su commissione dal pittore Aldo Felici da Giuliano di Roma, venne donato alla Chiesa dalla suocera Giovannina Sebastiani.

Per completezza informativa si soggiunge che il ricordo di tale donazione, fatta da Giovannina anche per conto del marito Augusto Tranelli, è inciso nella targa fissata sulla cornice del quadro stesso. Come noto, Antonio era considerato un’ottima forchetta. Amava la buona tavola sulla quale, però, non dovevano mai mancare le "uaiane" ed il fiaschetto di vino.

Questo è il ricordo che serbiamo di nostro padre, Luigi e Nello

 

14.8.11

 

www.villasantostefano.com

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