LA FESTA DI SANT'ANTONIO ABATE

"Viva Sant’Antonio"

Non stava ancora albeggiando, mercoledì 17 gennaio 2007 quando, in una piazza Umberto I ancora deserta e silenziosa, è riecheggiato il grido di entusiastica devozione lanciato da Piero Trapani, nell’appiccare il fuoco alla grande catasta di legna, a perpetuare l’uso dei falò, millenaria tradizione di buon augurio di serenità e buoni raccolti per le genti delle campagne e della montagna, riti con cui si salutava il periodo in cui le giornate tornavano ad allungarsi dopo il buio dell’Inverno.

Già nei giorni precedenti, Piero Iorio, Renato Truini, Mario Anticoli ed Emilio Ferrari, instancabili, hanno raccolto il legname necessario, poi accatastato assieme ad Alessandro Lucarini e all’assessore Adriano Trapani.

I santostefanesi si sono svegliati, quindi, con il bel "Focaraccio" che ardeva nella piazza, sprizzando allegre faville, verso il cielo nuvoloso del mattino di quel 17 gennaio, ricorrenza della morte di Sant’Antonio Abate.

Vissuto nel III secolo d.c., considerato il Padre del monachesimo orientale, e primo degli Abati, fu uno dei più illustri eremiti da quando, giovanissimo lasciò tutto per ritirarsi nel deserto egiziano a condurre una lunga vita da anacoreta. Poi abbandonata a causa dell’accorrere dei discepoli attratti dalla sua fama di santità. Mantenne però sempre una condotta ascetica e, prima di morire ultracentenario, a lui si rivolse spesso, in cerca di consigli, persino l’Imperatore Costantino.

Un affresco di Sant'Antonio Abate sito nell'omonima chiesa di Priverno (Lt)

L’intensa giornata di devozione per Sant’Antonio Abate è cominciata verso le ore 11.00, con la celebrazione della Santa Messa, in un gremita Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo. Protagonisti i bambini del coro e quelli delle scuole accompagnati dalle maestre. Al termine della Funzione, la statua di Sant’Antonio Abate è stata portata in processione sino alla piazza, dove ardevano i ciocchi.

"Come questi pezzi di legna che assieme creano un grande fuoco, così deve essere la forza della Comunità e che questi tizzoni che si porteranno nelle case rappresentino il calore della Fede" ha auspicato Don Pawel, davanti ad una folla di fedeli, al sindaco Enrica Iorio, il vicesindaco Amalfi Cipolla ed altri amministratori, riferendosi al Falò ed alla tradizione dei santostefanesi di conservare nelle proprie dimore un pezzetto di legna bruciata.

Poi, accompagnato da canti devozionali, Don Pawel ha benedetto gli animali domestici, cani, gatti, cavalli, un pony, una pecorella, una capretta ed alcuni maialini, portati dai cittadini.

Mattinata del 17 gennaio 2007

La benedizione degli animali, deriva da 2000 anni di Arte Cristiana, che ritraggono Sant’Antonio, con l'immancabile bastone a forma di Tau, assieme ad animali domestici o comunque resi mansueti. L’animale che più di ogni altro viene rappresentato assieme all’Abate è un porcellino. Miracolosamente salvato da Sant’Antonio e che da quel momento sarebbe diventato inseparabile. Ma l’iconografia del "Porco di Sant’Antonio", è riconducibile alla mirabile opera di assistenza e carità cristiana nei confronti del prossimo più sfortunato, portata avanti nel MedioEvo da un Ordine chiamato "di Sant’Antonio" o degli "Antoniani". Riconosciuti dalla Chiesa nel 1095, costoro si occupavano degli ammalati ed utilizzavano il grasso dei maiali, che allevavano personalmente dotandoli, per riconoscerli, di una campanella al collo, per curare o almeno lenire gli atroci bruciori provocati dell’ Ignis Sacer. Lo spaventoso morbo chiamato, appunto, "Fuoco di Sant’Antonio". Il grasso applicato alla pelle martoriata impediva così ogni contatto con l’aria o con altri fattori, evitando infezioni. Un rimedio non certamente scientifico ma efficace. Comprensibile quindi la devozione per il Santo ed il rispetto e gratitudine per gli animali a lui associati.

Oltre agli animali sono stati benedetti anche i piccoli pani. Poi stati distribuiti ai fedeli davanti alla Collegiata di Santa Maria Assunta. Nonostante qualche goccia di pioggia, il tempo è stato clemente e ha permesso la conclusione della Processione.

Giancarlo Pavat per VillaNews

La serata di Sant'Antonio 17genn.2006

up.22 gennaio 2007

www.villasantostefano.com

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