"Panarda"

LA NOSTRA RIEVOCAZIONE

di Giovanni Bonomo e Pino Leo

 

Le luci si riaccesero, la musica era al massimo del crescendo finale, il "Prencipe" salutava la folla festante che applaudiva mentre i figuranti si mescolavano con il pubblico che, superate le transenne, riempiva la piazza in un tripudio di voci, di suoni e di colori; uno sguardo d’intesa, una stretta di mano e in un attimo capimmo che avevamo realizzato alla perfezione ciò che, fino a quel momento, era stato oggetto solo della nostra fantasia.

Stiamo raccontando la scena Rievocazione Storica della "Panarda" che si è svolta nella notte del 15 agosto 2002 a Villa Santo Stefano.

da sn.: Pino Leo e Giovanni Bonomo

Arricchire la manifestazione della Panarda con elementi scenici e rievocativi del periodo storico di riferimento (1600 circa), era sempre stato un forte desiderio di alcuni nostri concittadini e del comitato dei festeggiamenti in onore di S. Rocco. Negli anni cinquanta-sessanta, su suggerimento di Ilio Petrilli e Luigino Rossi, erano stati introdotti nella manifestazione alcuni stendardi che dovevano rappresentare le insegne delle contrade in cui era suddiviso il nostro Paese nel periodo medioevale. Questi facevano da cornice ad una fiaccola votiva dalla quale, alla mezzanotte del 15 Agosto, si prendeva la fiamma per accendere i fuochi sotto i trentasei calderoni con i ceci.

Nell’inverno del 2001 l’assessore alla cultura Giovanni Iorio, da sempre sensibile alle diverse forme di manifestazioni culturali del nostro paese, decise, con un gruppo di amici, di concretizzare l’idea della rievocazione storica. Questa proposta venne fatta propria dal Comitato Festeggiamenti e dall’intera Amministrazione Comunale presieduta dal sindaco Maurizio Iorio. Da quel momento tanto fu l’entusiasmo, ma altrettante furono le difficoltà da affrontare.

La storia, l’epoca di ambientazione, la sceneggiatura:

Per la soluzione di questi problemi abbiamo avuto un grande aiuto, innanzitutto, dal libro "Villa S. Stefano storia di un paese del basso Lazio attraverso i secoli" del concittadino Arturo Iorio, dalle cui pagine abbiamo tratto le maggiori informazioni bibliografiche per la stesura della nostra sceneggiatura e dell’ambientazione.

Non vanno dimenticati i preziosi suggerimenti di ricerca storica fornitici da Ilio Petrilli, Vincenzo Tranelli, Carlo Toppetta e Alessandra Leo.

Costumi:

Di questo aspetto, si fece carico Maria Adragna che,documentandosi sulle riviste di moda dell’epoca, "tagliò" oltre 120 costumi realizzati e rifiniti da numerose volontarie che lavorarono assiduamente e con impegno per diversi giorni.

Figuranti:

II compito di contattare i figuranti e i personaggi che questi dovevano interpretare, venne affidato ad Anna Antonetti.

Le Musiche :

In un caldo pomeriggio di inizio agosto, scegliemmo le musiche tratte da una serie di brani propostici da Guido Iorio, sotto la cui direzione, il Coro Polifonico di Villa Santo Stefano aveva già inciso per l’occasione l’inno di San Rocco e l’Ave Roche Santissime.

Dovremmo parlare ancora in dettaglio della "barozza", della confraternita, dell’oggettistica, dei casati, delle luci, ma preferiamo invece raccontarvi come tutti questi elementi, e quelli precedentemente descritti, sono stati continuamente elaborati dalla nostra fantasia che doveva in pochi giorni, mettere insieme uno spettacolo che avesse un minimo di credibilità.

Non è stato semplice adattare gli avvenimenti storici, vecchi di circa 500 anni, alla realtà dei nostri giorni.

Queste difficoltà abbiamo cercato di risolverle mettendo impegno ed entusiasmo tanto che, in qualsiasi ora del giorno, eravamo disponibili per immaginare una scena, scriverla o ricorreggerla tanto che la linea telefonica Perasacco - Via San Sebastiano era "sempre più calda". A volte avevamo delle perplessità come per esempio per i costumi dei popolani che ci sembrano troppo fiamminghi e poco ciociari; per le bizze di alcuni figuranti che vedevano mortificare la propria visibilità a seconda del costume che indossavano; per far coincidere le musiche con le scene tenuto conto dei mezzi tecnici amatoriali che avevamo a disposizione; per la diffìcile discesa della "barozza" da via San Sebastiano che quella sera sarebbe stata cosparsa di cera caduta durante la processione; per la difficoltà di poter provare le scene in un luogo riservato.

A complicare il tutto c’era lo sbuffare continuo del "Produttore" che esigeva da noi, responsabili della regia e della sceneggiatura, la visione in anteprima delle scene che avevamo in mente.

Il 15 agosto 2001 tutto _ pronto. Alle 23,00 si spengono le luci, dalla consolle della regia parte la musica, la voce fuori campo annuncia "Addi 2 dì agosto 1643 la. maggior parte del popolo dice che si facci la festa di San Rocco benedetto conformemente al solito e che gli uffiziali spenno quanto bisogna et che si comprano piatti che bisognano et boccali e si diano i Maestri di Casa", la folla applaude e, in un momento, il gioco e la fantasia diventano realtà.

Il tutto si è ripetuto nell’agosto del 2002 e stiamo lavorando per ripeterlo ancora il prossimo 15 agosto sperando di riproporre alla visione degli spettatori quelle immagini e quelle scene che noi abbiamo già visto nella nostra fantasia.

 

 

Testo da: "La Voce di Villa" - Notiziario a cura dell'Amministrazione Comunale di Villa Santo Stefano

Le foto sono della 3a Rievocazione  2003

www.villasantostefano.com

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