Giancarlo Bonomo, Critico & Curatore d'Arte

OLTRE LA PAURA

 
 
PRELUDIO

All’alba del terzo millennio, l’umanità precipitò nel vortice di una subdola forza invisibile, un’oscurità dell’anima collettiva che molti vissero come una devastante percezione che opprimeva il cuore stringendolo in un pernicioso abbraccio. Nel 2001 due potenti folgori oscurarono il cielo del continente nuovo e fecero fermare il mondo. Qualcuno pensò che fosse arrivata la fine di tutto e del Tutto. Il Regno di Fantàsia si sentì perduto senza i suoni, le luci ed i colori di sempre. Qualcuno chiamò quella percezione PAURA. Nacque in seguito la sua figlia naturale: l’INCERTEZZA. Gli antichi valori sociali, politici, religiosi ed economici vennero meno. Le ataviche figure di principi, governanti, sacerdoti e filosofi non furono più riconosciute nel loro potere assoluto. Alcuni cattivi regnanti furono spodestati e rovesciati dal trono. Altri, esiliati o uccisi dalle folle in rivolta. Nel centro dei cuori di tutti gli esseri senzienti si aprirono gli sconfinati deserti dell’angoscia e nulla fu come prima. Nuovi profeti, parlando con la forza delle parole doppie, affermarono il potere di un idolo di carta. Non fu la fine del mondo, ma di UN mondo che forse non esisteva ma che a molti era sembrato reale. Reale certo, ma non vero

A dx Mario Maresca, docente di scienze della comunicazione, che ha introdotto l'opera durante la presentazione romana, e Giancarlo Bonomo

 
IL GRANDE FUOCO / The great fire

Alla paura subentra quel sentimento obliquo che – ad evento nefasto compiuto – chiamiamo rassegnazione. Ma sarebbe meglio si rivelasse un’attiva accettazione. La Natura della vita porta in sé un principio complementare di neutralità. E' la mente che divide e polarizza gli estremi. Esiste una dimensione unica con due principi che interagiscono e danno vita successivamente al molteplice. Ciò che per convenzione definiamo 'bene' o 'male' riferito a cose od eventi, è solamente l’applicazione di un criterio interpretativo. Un grande dolore è un processo catartico di purificazione prima e sublimazione poi. E' come un grande fuoco che brucia. Un pregresso che, dopo la comprensione dello stesso, deve morire. L'insegnamento del chicco di grano che muore, cade e produce molto frutto è radicato nella tradizione di molte religioni, del resto. La perdita di una persona che sentiamo vicina nella vita, porta un istintuale senso di sconforto legato alla perdita, all'atavico senso dell'abbandono. Il piano emozionale si espande totalmente, ma non siamo noi ad essere rappresentati,  bensì una nostra pallida proiezione. Il rito occidentale con cui si saluta (o si pensa di salutare) l’Anima del defunto suscita in chi rimane un’angoscia soffocante. Il colore tragico del lutto, le terrificanti, squallide architetture dei cimiteri contemporanei ed il cerimoniale delle condoglianze, evocano l’idea di una fine davvero eterna. Polvere, cenere e nulla. Ma l'istinto e il coinvolgimento emozionale nei sistemi di credenze e nelle varie liturgie religiose, sono cosa diversa dalla coscienza della percezione (appercezione, l'Io sono) relativa all'evento. Ad un livello più profondo quel senso naturale di vuoto si traduce in una pienezza indefinibile che tuttavia esiste e possiamo avvertire distintamente. E' come se le anime di coloro che scompaiono si unissero alla nostra in una simbiosi ideale, metafisica. Tutti possono vivere (se richiamati) attraverso di noi, in una moltitudine di modi. Ognuno può dare seguito e continuità alla vita degli altri. In questo senso, nessuno muore 'veramente' anche se i nostri sensi 'realmente' riportano un'assenza. Ma non abbiamo solamente una capacità di guardare bensì anche di vedere con occhi diversi, invisibili, ciò che noi chiamiamo ignoto o inconoscibile.

Da dx Mario Maresca, Barbara Tamburro gallerista (Spazio Sesto Senso Art Gallery) e Giancarlo Bonomo

 
LE DIMENSIONI DEL TEMPO / Time dimensions

La vita NEL presente, PER il presente

Concepire il senza tempo è impensabile per la mente razionale ed empirica nel disordine della vita quotidiana. Così come la dimensione unica dell’attimo in cui passato, presente e futuro coincidono annullando le barriere spaziotemporali. Nell'esistenza contemporanea è impensabile organizzare la vita senza parametri precisi che scandiscono le giornate. I sette saggi dell'antica Grecia hanno definito con precisione le dimensioni del tempo. Tempo Aion è il qui ed ora, il tempo divino dell'Essere senza divenire, ovvero il momento dell’attimo. Kronos la successione misurabile dello stesso, mentre Kairos è il tempo dell’opportunità, la scelta dell’istante giusto per compiere l’azione. Di fatto, il tempo nel significato comune meno elevato ci riporta ad una realtà dei fatti che accadono in sequenza. Vi è però, dentro di noi, un fuoco perenne e costante che 'osserva' con imperturbabile sguardo lo svolgimento delle cose. Quando richiamiamo i ricordi del passato o ci proiettiamo nel futuro con l’attenzione di chi guarda un film e trasportiamo tutto nel presente, ci accorgiamo che per noi non ha nessun senso attribuire un valore preciso di riferimento ai giorni, mesi, anni e persino ai secoli o millenni. Nell’azione mentale o intuitiva del richiamo, ci giungono immagini, parole, suoni e azioni fuori da qualsiasi ordine cronologico. Il movimento (lo strumento volto alla misurazione del tempo) viene annullato da una nostra precisa azione intellettiva che traduce tutto in un indistinto talmente coinvolgente da far nascere in noi reazioni vivissime. La meditazione orientale così come i metodi occidentali connessi all’ipnosi regressiva e progressiva, intercettano direttamente le sottili frequenze del senza tempo avvicinandoci all’idea di un eterno presente quale condizione assoluta dell’Anima. Ma per l'uomo contemporaneo abituato a considerare solo il reale manifesto queste sono solamente astrazioni senza fondamento, a dispetto delle moderne rivelazioni della fisica quantistica che considerano materia ed energia la medesima cosa, nel contesto di un programma intelligente ben delineato.

(pagine estratte da "Oltre la paura", conversazioni di Giancarlo Bonomo 2012)

Opere di Raffaello Ossola

 agg.18.5.17

invito comunicato stampa, 6° Senso Art Gallery, Roma

19.6.13
 
 

www.villasantostefano.com

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