COSTANTINO LEO

"Sor Costantino"

di Ernesto Petrilli

 

Il Dott. Costantino Leo

 

Flaviano Leo (1871)

 
 
 

Matrimonio con Marzia Rutili

 

M. Antonia Perlini con i figli
Flavia e Pompeo

 
 
 

Costantino ed Elena
con Antonietta e Flaviana

 
 
 
Giovane laureato  
Ufficiale di Sanità durante la 1^ Guerra Mondiale  
 
 

Tra i tanti personaggi che hanno dato lustro al nostro paese un posto d’onore appartiene certamente al dottor Costantino Leo, più noto ai santostefanesi come "Sor Costantino".

Felice Renato Costantino Leo nasce a Santo Stefano in Campagna nell’ottobre del 1870, pochi giorni dopo che i Bersaglieri di Lamarmora hanno posto fine all’anacronistico Stato Pontificio.

I suoi genitori sono Flaviano, possidente ed allevatore di cavalli, e Maria Antonia Perlini, nipote di Don Baldassarre Perlini, parroco del paese.

Rimasta orfana, Maria Antonia, era andata a studiare nel Collegio delle Suore a Ferentino, collegio che accoglieva la "meglio gioventù" dei paesi del Basso Lazio. E proprio a Ferentino, Flaviano, ventitreenne, aveva rivisto la giovanissima Maria Antonia rimanendone folgorato. Pochi mesi dopo il matrimonio e, nel ’70, la nascita di Costantino al quale seguirono Pompeo e Flavia.

Poco prima della nascita di Flavia avviene, però, la tragedia: Flaviano, a causa di una polmonite mal curata, muore lasciando la giovane vedova e i tre figli.

Costantino trascorre l’infanzia in paese, che dal 1872 è diventato Villa Santo Stefano, con i suoi amici più cari: Domenico Iorio e Matteo Bonomo.

E proprio con Domenico Iorio, poco più grande di lui, va a studiare nel Seminario di Ferentino che lascia, però, forse a causa di una crisi spirituale. Si trasferisce, allora, a Roma dove consegue la licenza liceale e successivamente si iscrive alla Facoltà di Medicina della Sapienza, in Corso Rinascimento. Del periodo degli studi universitari ricorderà sempre il clamore suscitato dall’iscrizione della prima donna alla Facoltà di Medicina e la sua partecipazione alle sassaiole contro le finestre di Palazzo Venezia, allora sede dell’Ambasciata austriaca.

Conseguita la laurea presta servizio negli ospedali di Santo Spirito e di San Gallicano e apre uno studio privato in via del Babuino, dove riceve anche molti clienti stranieri, di passaggio a Roma, inviatigli dalla Farmacia Roberts di piazza San Lorenzo in Lucina. In pochi anni guadagna così tanto da potersi permettere di andare a Parigi e conseguire una seconda laurea alla Sorbona.

I tre anni trascorsi nella capitale francese sono tra i più felici della sua vita, anche se è impegnato ad effettuare il praticantato presso l’Ospedale di San Luigi. Va poi a Londra, dove viene assunto come interno presso l’ospedale italiano della città, e vi soggiorna per un anno, compiendo viaggi in Irlanda e nel Galles.

Tornato a Roma, acquista dei terreni, che spera petroliferi, in Ecuador e, dopo aver sposato la romana Marzia Rutili, vi si trasferisce.

Nel 1915, alla notizia che l’Italia è entrata in guerra contro l’Austria, vende tutto e torna in Patria, ma a Genova la moglie muore di parto e la bambina le sopravvive solo di qualche giorno. La sua domestica, Isabella Masi detta "Luisetta Sor Pompeo", riporta a Villa il corpicino della neonata in una cassettina nascosta sotto lo scialle. Il dottor Costantino, a quarantacinque anni, si arruola come Capitano medico della Sanità e presta servizio negli ospedaletti da campo vicini al fronte.

Dopo la disfatta di Caporetto viene destinato all’Ospedale di Brindisi dove opera fino alla conclusione del conflitto. Congedato dall’Esercito, il 22 dicembre 1918, assiste, al Teatro Costanzi di Roma alla rappresentazione del Don Carlos di Giuseppe Verdi. La passione per l’opera lirica sarà una costante della sua vita. Ben presto, però, prova grande amarezza a causa delle ingiurie che i socialisti, avversi alla guerra, rivolgono ai soldati ancora in uniforme. Ciò, unito alla delusione per quella che D’Annunzio ha definito "la vittoria mutilata" lo porta a seguire il consiglio del fratello Pompeo e, quindi aderisce al fascismo.

Il 15 ottobre 1925, nella chiesa romana di San Martino ai Monti, Costantino sposa Elena Guido, figlia del sindaco di Ceprano. Il 10 aprile 1927 nasce Maria Antonietta e il 18 agosto del 1928 Flaviana.

Negli anni ’30 lavora negli ospedali di San Gallicano e San Giacomo, e, durante la Seconda Guerra Mondiale, nell’Ambulatorio Trionfale, dal quale viene epurato dopo la caduta del fascismo.

Muore il 4 febbraio del 1948 nell’ospedale San Giacomo assistito dai familiari e dal suo amico di sempre, il Cardinale Domenico Iorio.

Costantino Leo è stato un ottimo medico, molto apprezzato dai suoi pazienti, soprattutto dai più umili che lui curava gratuitamente. Ha amato la buona musica ed ha scritto numerose poesie, alcune delle quali dedicate al suo paese natale che non ha mai dimenticato per tutto il corso della sua vita.

Poesie:

Terra Volsca

(1922)

Nei Lepini, negli Ernici, nei piani

Che l'Amaseno, il Sacco o bagna il mare

Di Circe, stirpe di tenaci e sani

Uomini vive che non san piegare

II capo altero. Ancor dei più lontani

Padri nei campi vedesi il calzare,

Vivo è il pensiero che spronò i Romani

Al dominio del mondo, al navigare

Verso il Destino. Io son di questa terra

Che mi diè puro sangue ed il respiro

Della sua razza che forza disserra.

Salve, Volsca regione, o tu nel giro

Dei secoli alma parens di fierezza,

O patria mia di gloria e di bellezza.

 

A Sua Eminenza

II Cardinale Domenico Iorio

(Roma, 19.12,1935)

Ancor dall'alto clivo verdeggiante

Del Lepino Siserno

L'eco di un inno nel pensier si desta:

Quando tra le preghiere

E le sante emozioni di tua madre

II primo altar salivi.

Ed oggi torna il fremito dell'ala

Di poesia, di un canto

A sfiorarci la mente.

Della porpora sacra rivestito,

Tu sorridi benevolo agli osanna

Senza inarcar di ciglia,

E corrugar di fronte.

Calmo fu il sonno tuo nelle vigilie,

Né ti perturba il fasto;

Ché sull'animo tuo non fan tempesta

I venti turbinosi

Dell'umana vicenda.

Vigile e ritto sulla nave onusta,

Salpato hai l'ancora al cenno divino

Per nuovo cammino.

Ed or non più triario,

Ma Principe ti inoltri nella scia

Della Chiesa di Cristo,

L'animo aperto a tutte le battaglie

Della nuova Missione.

Io veggo già fiorire in te gagliarde

Nuove energie radiantisi lontane.,

E vibrare più rapido il volere

Nell'iride lucente.

Tu vincerai:

Perché il tuo spirito sempre più si innalza

Verso l'eterno Vero

Verso ideali che non han confine.

Iddio ti assista

 

 

 

up. 08.02.13

www.villasantostefano.com

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