Motoraduno di "Harleysti"  

Una possente motocicletta corre lungo un nastro d'asfalto che si perde nell'immensità di orizzonti sconfinati dei deserti e delle praterie dell'America del Nord. Generalmente questa è l'immagine che, prima di tutte ci viene in mente, quando pensiamo ad una superba moto Harley-Davidson. Una moto che è una leggenda, che ormai fa parte dell'immaginario collettivo dell'Occidente.

Ma cosa c'è dietro il Mito, dietro la Leggenda? Per scoprirlo abbiamo approfittato del IV Motoraduno a Villa Santo Stefano di domenica 10 settembre 2006, organizzato dall’Amministrazione Comunale di concerto con il Harley-Davidson Italian Club.

"L’aspetto più caratteristico e più profondo del nostro Gruppo, del nostro Harley-Davidson Italian Club (l’acronimo con cui siamo noti in giro per l’Europa è H-DIC) è lo spirito di gruppo. Non per nulla il nostro motto è Amicizia, stima e rispetto reciproco, tra di noi, nei confronti degli altri e vero la Natura che ci circonda" a parlare con orgoglio del proprio sodalizio è Roberto Barberini, Addetto Stampa del Harley- Davidson Italian Club. Il quale, guidato dal Presidente Giovanni Cristiani, conosciuto da tutti i bikers come Giovannone, è stato protagonista, assieme ad oltre 120 motociclisti, tra cui Loreto, il decano dei motociclisti europei, non solo Harleysti, del Motoraduno Santostefanese.",

I Centauri hanno allegramente invaso il paese. Dandosi convegno nella centralissima Piazza Umberto I°. Qui numerosi curiosi hanno letteralmente sommerso i bikers per ammirare le loro scintillanti motociclette.

Alcune, appunto, leggendarie o insolite come le due gigantesche Trikers a tre ruote.

Dopo il saluto del Sindaco Enrica Iorio e l’aperitivo offerto a tutti i presenti nella Sala Consiliare, Don Pawel ha benedetto le moto, chiamando i bikers con l’appellativo di "Popolo del Vento".

"Ormai si è instaurata un’ottima collaborazione con il Comune, in primis con il Sindaco Enrica Iorio ed il consigliere Alessandra Leo. Abbiamo qui a Villa molti amici, soprattutto motociclisti, come Adriano Leo. Pertanto siamo tutti soddisfatti del Run di domenica mattina. Una sorta di gita fuoriporta assieme alle nostre famiglie per farci conoscere. Ma il mio scopo è anche quello di far conoscere Villa S Stefano e la vallata a più persone possibile." Prosegue, fiero delle proprie radici, Barberini, RobiDue per i "Fratelli" bikers, il quale è d’origine santostefanese: è figlio, infatti, di Olghetta Lucarini, quindi cugino di primo grado a Don Peppe Leo. Vero e proprio fiume in piena, è un piacere ascoltarlo e scoprire aspetti del mondo degli Harleysti di cui spesso non si parla affatto. "Si dicono tante cose errate su di noi. Quello che ci lega è la passione per queste splendide moto. Noi siamo impiegati, avvocati, militari, pensionati, smesse le nostre vesti con i colori del nostro club, siamo persone come tutti gli  altri. Cerchiamo, però, di mantenere questo spirito di Gruppo anche, come diciamo noi, oltre il giubbotto, ovvero nella vita di tutti i giorni". Gli Harleysti si attengono al rispetto delle regole e lo pretendono da chiunque desideri entrare nel loro Gruppo. "Quando ci muoviamo su strada, sempre in gruppo, siamo guidati dal Road Captain. Colui che organizza il viaggio, sceglie l’itinerario. A chiudere la fila ci sono quei motociclisti più svegli chiamati a volte "scopa" o "stopper", che hanno il compito di assicurarsi che nessuno rimanga indietro o abbia un guasto o un incidente. In questo caso tutto il gruppo si ferma e presta soccorso. Ci si può paragonare ad una Tribù, ove il cavallo è stato sostituito dalla moto". Ogni Gruppo ha il suo territorio, ed è segno di cortesia e cavalleresco rispetto, degno dei cavalieri di altri tempi, "informare ed incontrasi con quello della zona che si attraversa o si visita." Una volta fermatisi, gli Harleysti allestiscono il campo ed i prospect, ovvero i candidati, gli aspiranti ad entrare nel gruppo, curano che non si lascino immondizie, fuochi accessi, che tutto rimanga come è stato trovato. "Quando siamo in giro con le famiglie e di bambini, ognuno di noi controlla anche i figli degli altri, che non si allontanino o si facciano male". Lo spirito di corpo, la solidarietà, il darsi una mano uno con l’altro, valori che stanno, purtroppo, scomparendo nelle grandi città ed in questa società sempre più egoistica e chiusa in se stessa. Ma quello degli Harleysti non è un mondo a parte, completamente dissociato dalla realtà. Anzi. Il loro spirito, si fa sentire in iniziative di impegno sociale e beneficenza verso i più bisognosi. Soprattutto i bambini. "Partecipiamo ad eventi come Telethon oppure noi stessi ne organizziamo alcuni" prosegue RobiDue "Come, ad esempio, il Toy Run, sorta di "Festa del Giocattolo", che noi allestiamo per i bimbi meno fortunati".

Giancarlo Pavat per VillaNews

up. 22 settembre 2006

www.villasantostefano.com

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