edizione di Frosinone

   

Martedì 4 Giugno 2002

Villa Santo Stefano/Dall’altra notte è ricercato Pietro Bonomo, 20 anni, che si è impossessato di 350 euro
Torturata con tredici forbiciate

La vittima è una parrucchiera di 27 anni sfuggita a un tentativo di stupro

di FRANCESCA COPPOLA

Tredici ferite provocate da colpi di forbice, duecento punti di sutura disseminati su tutto il corpo ricoperto di tagli minuti, e una benda su un occhio, salvato da un delicato intervento dai medici dell’ospedale di Frosinone. Il corpo di Melissa Frasca, 27 anni, parrucchiera di Villa S. Stefano, aggredita ieri notte nel suo salone di bellezza, parla per lei. Quei taglietti che le ricoprono le braccia, le mani ancora macchiate di sangue, l’occhio sinistro sul quale si è agguerrito l’aggressore, urlano la disperazione di una notte di terrore, che ha inizio a mezzanotte, il 2 giugno. Secondo le prime ricostruzioni, l’aguzzino sarebbe Pietro Bonomo, 20 anni. I carabinieri gli stanno dando la caccia. Pietro e Melissa avevano cenato allo stesso ristorante, in tavoli vicini. «Lui era entrato alle 21 - dicono i gestori della Pizzeria "Primavera"- era la seconda sera di seguito che veniva a mangiare da noi. Melissa era arrivata alle 22, aveva lavorato fino a tardi, tutto il paese si è fatto acconciare i capelli, per la domenica delle Comunioni. Hanno scambiato poche parole, entrambi erano soli e si erano trovati nella stessa situazione a cena, la sera precedente». Si conoscevano bene? «Ci si conosce tutti qui, siamo milleduecento anime -dice Manuela, che di Melissa era diventata amica a furia di servirle pranzo e cena - ma sicuramente loro due non avevano particolari rapporti di amicizia. Alle ventitre e 40, Pietro è uscito dal ristorante, Melissa è andata via dieci minuti dopo». La pizzeria dista dal negozio della parrucchiera pochi metri, Melissa si è incamminata, quella notte avrebbe dormito su una brandina, tra i caschi della messa in piega e le poltrone. «Quando si faceva tardi -dicono in paese- piuttosto che tornare a Ferentino dai suoi passava la notte a Villa S. Stefano». Un’ora dopo, davanti al suo salone di bellezza, Melissa chiedeva aiuto, mentre il paese era inghiottito dal silenzio e dal buio. «Era circa l’una della notte, tornavamo a casa in macchina -dice la signora Quatrini che ha prestato i primi soccorsi - abbiamo visto a malapena una persona che si sbracciava e ci urlava di fermarci. Sembrava avesse un vestito rosso, solo dopo abbiamo capito che aveva un manto di sangue sul corpo seminudo. Urlava: “mi ha riempita di tagli". Il suo negozio era un lago di sangue». Dopo, la corsa dell’ambulanza e il ricovero. Il giorno dopo a Villa S. Stefano, 6 chilometri da Giuliano di Roma, non si parla d’altro. Davanti alla saracinesca dalla scritta multicolore "Parrucchiera", sul selciato, una pista di sangue porta al citofono dei vicini. «Forse ha provato ha bussare, ma noi eravamo fuori, al mare» dicono dal balcone. Al bar di piazza Umberto I, unico punto di ritrovo, la signora Anna, al bancone dice: «Dopo l’uccisione della madre nell’87, Pietro è cresciuto per strada, e in qualche colleggio dal quale è poi scappato; è timido ma è educatissimo». La famiglia Bonomo vive in una palazzina nel verde. «L’ultima volta che ho visto Pietro in casa, è stata domenica alle 12 - dice il maggiore dei fratelli, Angelo - Pietro è un po’ solitario, ma è buono. Ultimamente lavorava come carpentiere». Poi il volto pallido e dignitoso di Angelo si ritrae dietro il cancello, e la sua figura viene inghiottita dal silenzio della casa.


MEDICATA CON DUECENTO PUNTI DI SUTURA

Melissa: «Mentre mi colpiva continuava a dirmi ”ti uccido”»

«Pietro l’avevo visto solo qualche volta in paese, ci salutavamo appena. Domenica era al ristorante dove ho cenato. Mi ha aspettata fuori dal locale; ha iniziato a seguirmi, ho provato a raggiungere il negozio. Lì dentro mi ha assalito, ha impugnato le mie forbici da lavoro e ha colpito tredici volte. Ha usato anche un coltello, e mi ha riempita di tagli. Provavo a parlargli ma lui ripeteva incessantemente: “devo ucciderti“. Mi ha rubato l’incasso, 350 euro, e il cellulare. Poi ha provato a molestarmi». Melissa, sul suo letto al reparto Oculistica dell’ospedale di Frosinone, parla a fatica, e quando ricorda quello che è successo in quei lunghissimi 60 minuti tra le 24 e l’una del giorno prima. Il corpo è scosso da piccoli tremiti. Ha subìto da poco l’intervento all’occhio sinistro. «Con la forbice, le è stato reciso un piccolo muscolo che ora è lesionato- dice Cristina, la sorella diciottenne- L’operazione ha salvato l’occhio, ma sarà impedita nel movimento della pupilla verso il basso, per tutta la vita». La parrucchiera, di tanto in tanto si lamenta per il dolore, soprattutto sulle braccia e sotto il seno, poi chiede con ansia: «L’hanno trovato? Quando lo troveranno, cent’anni di galera non saranno sufficienti per scontare quello che mi ha fatto». Intorno alla ragazza, la sorella e la madre le accarezzano ora la mano, ora il volto sofferente. Cristina le si rivolge chiamandola “Chicca", e spiega agli altri: «Non mi preoccupo, mia sorella è la più forte di tutti noi, non è la prima volta che si trova ad affrontare situazioni di difficoltà. Nella mia famiglia c’è già stato un caso di stupro. Supereremo anche questa». Di Pietro Bonomo, anche lui segnato da un destino familiare traumatico, Cristina Frusta dice: «Ha tutta la nostra comprensione, ma non mi spiego perché abbia dovuto scagliarsi contro Melissa con quella violenza. Seppure il motivo dell’aggressione fosse stato il bisogno di quella magra refurtiva, perché proseguire poi con le molestie?». Melissa, fino ad allora sopita in un lieve sonno, dice: «La persona che mi ha aggredito è un folle, qualcuno doveva accorgersi prima della sua pericolosità».

   


Mercoledì 5 Giugno 2002

Villa S. Stefano/Continua la caccia a Bonomo
La madre di Melissa: «Non lo perdonerò mai»

La caccia all’uomo continua. La zona di campagna intorno a Villa Santo Stefano viene battuta ormai da domenica sera: i carabinieri della compagnia di Frosinone sono sulle tracce di Pietro Bonomo, il ventenne considerato dagli investigatori l’aguzzino che ha infierito sul corpo di Melissa Frasca, la parrucchiera di 23 anni (nata ad Alatri e residente a Ferentino) finita in ospedale con ferite in tutto il corpo. Il giovane carpentiere è accusato di aver sferrato tredici colpi con forbici e altri oggetti taglienti sull’occhio e sul seno di Melissa.
I carabinieri lo cercano intorno al suo paese, ritengono difficile che senza un mezzo sia riuscito ad allontarsi. Anche perché Pietro Bonomo conosce bene la zona boscosa: ha trascorso molto tempo della sua infanzia tra grotte e anfratti vicino a Villa Santo Stefano.
In paese in piazza Umberto I, al bar della signora Anna, non si parla d'altro e molti ipotizzano che quel ventenne timido ed educato, il sesto dei nove fratelli Bonomo, sia fuggito "su per i Macchioni", la zona montagnosa del paese. Lì i campi cedono il passo a uliveti e poi mano a mano che si sale, al bosco e alle rocce. «Quella zona Pietro Bonomo la conosce come le sue tasche - dicono in paese - ha trascorso l'infanzia per strada (dopo la morte della madre uccisa a fucilate nell'87, ndr) e la sua casa è confinante con quel territorio. Da lì si dipartono sentieri stretti, impercorribili con le auto, che in genere imboccano solo pastori o qualche agricoltore. La montagna offre ripari naturali, ci sono piccole grotte, anfratti nella vegetazione». Pietro aveva lasciato casa sua dodici ore prima dell'aggressione.
Melissa è ricoverata da domenica nel reparto di Oculistica dell’Umberto I. «Cercavo di parlare, di chiedere spiegazioni, ma lui mi diceva di stare zitta e colpiva», racconta la parrucchiera. Accanto al letto di Melissa, la madre Fiorella. «Non credo che riuscirò a perdonarlo. Se dovessi averlo vicino, non gli farei del male. Questa forza me la dà mia figlia, che ha sdrammatizzato da subito questo episodio incredibile». «Appena Melissa torna a casa, mi regalerà un nuovo gioco», sorride Paolo, otto anni, fratello della parrucchiera. Il padre Vittorio, invece, da domenica sera non apre bocca.
Intanto le famiglie Bonomo (molte in paese) tengono a precisare di non aver mai avuto noie con la giustizia. «Un caso - aggiungono - non può infangare il nostro cognome».

Ma. Ce. e Fr. Cop.    


Giovedì 6 Giugno 2002

VILLA SANTO STEFANO, PARRUCCHIERA SEVIZIATA

Dopo tre giorni Pietro si arrende

E’ durata tre giorni la latitanza di Pietro Bonomo, il carpentiere accusato di aver seviziato una parrucchiera nel suo negozio a Villa Santo Stefano. Il carpentiere, 20 anni, si è costituito ieri pomeriggio nell’ufficio del vice questore Cristiano Tatarelli, capo della squadra mobile del capoluogo. Nei suoi confronti c’è un ordine di custodia cautelare con le accuse di tentato omicidio, sequestro di persona e rapina.
I carabinieri della compagnia di Frosinone lo cercavano da domenica notte, quando la parrucchiera ha dato l’allarme indicando anche il suo aguzzino. Hanno perlustrato giorno e notte le campagne di Villa Santo Stefano, nel tentativo di chiudere ogni via di fuga all’accusato.
Melissa Frasca, 23 anni, originaria di Alatri, domenica sera ha cenato in un ristorante a Villa Santo Stefano (alle porte di Giuliano di Roma). Quella sera aveva deciso, come capitava spesso, di passare la notte nel suo negozio di parrucchieria a due passi dal locale. Nello stesso ristorante, ad un tavolo poco distante, era seduto Pietro Bonomo. «Un ragazzo timido e molto educato, con un’infanzia difficile alle spalle», lo descrivono in paese. Intorno alle undici e trenta Melissa esce dal locale, il suo presunto aguzzino era uscito dieci minuti prima ma, secondo la ricostruzione degli investigatori, non era andato lontano. Aspettava Melissa. La parrucchiera apre la saracinesca del suo negozio: Pietro, secondo l’accusa, è lì ad aspettarla. La spinge dentro, per la ragazza comincia un’ora da horror. L’aguzzino comincia ad infierire, usando le stesse forbici che Melissa impugna per tagliare i capelli. La colpisce tredici volte, accanendosi in particolare sull’occhio sinistro e nella zona del seno. Il giorno dopo, lunedì, la parrucchiera sarà operata all’occhio, la funzione dell’organo sembra compromessa.
Un’ora di follia sanguinaria, poi il carnefice, che per gli investigatori è Pietro Bonomo, sparisce inghiottito da grotte e anfratti.
Cominciano le ricerche dei carabinieri, ieri la svolta: la squadra mobile trova un canale per entrare in contatto con il fuggiasco, lo convince, tramite un parente, ad arrendersi. Alle 16.30, accompagnato dal difensore, Nicola Ottaviani, Pietro Bonomo entra nella questura di Frosinone, accompagnato da tre poliziotti. In mano un panino e una Coca cola, sul viso un sorriso fisso che tradisce un evidente stato di choc. «Ero nascosto a casa, nella stalla», ha detto mentre saliva le scale che arrivano agli uffici della squadra mobile.
«Pietro ha chiesto aiuto, è in un profondo stato confusionale», dice l’avvocato Ottaviani. «Non riesce a spiegarsi che cosa sia successo, ricorda con poca lucidità gli attimi concitati dell’incontro con Melissa».
Oggi Pietro Bonomo sarà interrogato dal sostituto procuratore Misiti, il magistrato che conduce l’inchiesta. Quasi certamente sarà sottoposto a perizia psichiatrica.
Migliorano lentamente, intanto, le condizioni di Melissa, che ha affidato i suoi interessi all’avvocato Giampiero Vellucci.

Melissa: «E’ stato un vigliacco, mai riuscirò a perdonarlo»

Melissa ha saputo dell’arresto del suo seviziatore dal letto dell’ospedale. «Non lo perdonerò mai» sono le sue prime parole. Accompagnate da un largo sorriso liberatorio. Si mette seduta, torna in silenzio per un po’, poi riprende: «È un vigliacco. Se avesse voluto i soldi doveva chiedermeli. Invece mi ha torturato e poi è scappato. Ecco, se si fosse costituito subito, forse lo avrei perdonato». Quali erano i rapporti tra lei e il suo aggressore prima della tragedia di domenica? «In paese ci conosciamo tutti. Lui faceva ultimamente il manovale per alcuni lavori in piazza. Io la mattina, quando uscivo, mi fermavo un po’ a parlare con lui. Tutto qui. Domenica non siamo usciti insieme dalla pizzeria. Lui è uscito prima e mi ha seguito fino al negozio». Se lo avesse vicino cosa gli farebbe? «Gli darei due sberle. Spero che vada in carcere per molti anni. Dicono che sia matto, ma a me non importa: deve pagare».

Ma. Ce.


Sabato 8 Giugno 2002

DAL PALAZZO DI GIUSTIZIA

Bonomo dal pm: sevizie a Melissa? Non ricordo

Venti minuti di fronte al giudice al quale Pietro Bonomo (20 anni) ieri ha detto solo una cosa: "non ricordo nulla". Non ricorda d’avere sequestrato domenica sera la parrucchiera Melissa Frasca (23) che era andata a chiudere il negozio a Villa Santo Stefano; non ricorda d’averla legata ad una sedia con dei fili elettrici degli asciugacapelli, di averla seviziata con un coltello ed un paio di forbici taglizzandola in varie parti del corpo e ferendola in modo molto grave ad un occhio. Il magistrato gli ha contestato il reato di tentato omicidio, aggravato dalle sevizie.
Il suo difensore Nicola Ottaviani ieri ha chiesto al sostituto procuratore Vittorio Misiti di acquisire alcune cartelle cliniche relative a dei ricoveri che Bonomo ha avuto negli anni scorsi. Pare che abbia sofferto di disturbi nervosi. Per il momento il giovane resta in carcere.


www.villasantostefano.com

PrimaPagina