IL PRESEPE VIVENTE DEL 6 GENNAIO

"ECCO GIUNGERE DALL’ORIENTE DEI MAGI…"

Vogliamo porre una domanda facile facile ai nostri lettori e frequentatori del sito. Quanti erano i Magi giunti ad adorare Gesù Bambino nella stalla di Betlemme? Riteniamo che la stragrande maggioranza delle persone, risponderebbe prontamente; "Tre". Magari quasi offesi per la domanda troppo semplice. Eppure, la risposta, sebbene possa apparire ovvia, è in realtà sbagliata. Dei Quattro Vangeli Canonici, i tre sinottici e quello Giovanneo, soltanto Matteo parla della visita dei Magi, e non specifica né il numero, né il fatto se fossero davvero dei "Re".

"Dopo che Gesù nacque a Betlemme in Giudea, al tempo del Re Erode, ecco giungere a Gerusalemme dall’oriente dei Magi, i quali domandavano "Dov’è il neonato re dei Giudei? Poiché abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti ad adorarlo". All’udire ciò il re Erode fu preso da spavento e con lui tutta Gerusalemme. Convocò allora tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo domandò loro "Dove dovrà nascere il Messia?" Essi dissero "A Betlemme di Giudea. Infatti così è stato scritto a mezzo del profeta: E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei la più piccola, fra i capoluoghi di Giuda, da te uscirà un capo , che pascerà il mio popolo, Israele".

Allora Erode chiamò segretamente i magi e chiese ad essi informazioni sul tempo esatto dell’apparizione della stella; quindi li inviò a Betlemme dicendo "Andate e fate accurate ricerche del bambino, qualora lo troviate, fatemelo sapere , in modo che anch’io possa andare ad adorarlo". Essi udite le raccomandazioni del re, si misero in cammino. Ed ecco: la stella che avevano vista in oriente li precedeva, finché non andò a fermarsi sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella furono ripieni di straordinari allegrezza; ed entrati nella casa videro il bambino con Maria sua madre e si prostrarono davanti a lui in adorazione. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Quindi avvertiti in sogno di non passare da Erode, per un'altra via fecero ritorno al proprio paese".

(Vangelo Secondo Matteo 2, 1-12).

Nel commento dell’Edizione San Paolo 1987 dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli, si spiega che "dei Magi non si sa nulla di più che il nome: all’evangelista sta a cuore indicare Betlemme come la patria predetta del Messia. Dovevano essere sapienti della Persia o della Media o dell’Arabia Nabatea, studiosi di astronomia, condotti da una luce speciale - congiunzione di Giove o Saturno nella Costellazione dei Pesci? - certo proveniente dallo Spirito Santo, alla culla del Bambino Divino".

Quindi da dove è saltato fuori il numero Tre? Le varie tradizioni dei primi secoli del Cristianesimo, riportano diverse numerazioni. Chi ne ha contato soltanto due, chi quattro, chi addirittura sessanta. Persino dodici. Rifacendosi al computo delle "Notti Magiche" che vanno dal Natale all’Epifania (1).

E’ ovvio il riferimento alla complessa simbologia del numero "tre" e di tutti i suoi multipli. "Tre sono le Età dell’Uomo, tre le suddivisioni del Tempo, Passato, Presente e Futuro, Tre erano le classi in cui era ripartita la società medievale. E’ il numero della Perfezione Divina. Rappresenta la Trinità. Dio Uno e Trino. Le Tre Persone dell'Unico Dio. Dottrina sviluppatasi sin dai primi tempi del Cristianesimo, poi definita come Dogma dal Concilio di Nicea del 325 d. C." (2).

Non deve stupire, quindi, che l’iconografia sacra i cristiana, sin da subito propose i Magi in numero di "Tre". Come rappresentato, ad esempio, nel celebre sarcofago paleocristiano rinvenuto casualmente nella campagna attorno a Boville Ernica, in Ciociaria, nel 1941 e databile tra il 330 e 350 d.C (3)

D'altronde tre sono i doni, che Secondo Matteo, portarono a Gesù Bambino. Un Inno liturgico medievale, risalente a qualche anno dopo il Mille, recita "Tre doni a colui che è trino".

Anche alcuni Padri della Chiesa, come Papa Leone Magno, Origene, e Massimo di Torino, nei loro scritti, accettano che siano tre, i misteriosi viaggiatori giunti dall’oriente.

Quanto ai loro nomi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, li dobbiamo ai Vangeli Apocrifi ed il fatto che vengano rappresentati con tre colori diversi della pelle, aspetto definitivamente attestato nell’arte dopo il XIV secolo, vuole significare che simbolicamente, ad adorare il Bambinello erano giunti tutti i popoli del Mondo allora conosciuto.

Il Medio Evo, vera fucina di racconti agiografici, miti e leggende, ha dato alla luce alcuni racconti sui Magi. Ad esempio si vuole che siano partiti da tre località diverse, ognuno per conto proprio e che si siano incontrati soltanto davanti alla culla di Gesù. Su questo racconto si innesta la bella leggenda, ovviamente apocrifa, dell’esistenza di un Quarto Re o Sapiente., dal nome Artaban. Costui sarebbe vissuto nell’Europa Settentrionale o forse nelle immense pianure russe. Anche Artaban avrebbe visto la stella e si sarebbe messo in cammino. Ma, fermandosi spesso per soccorrere bisognosi, feriti, moribondi, non riuscì ad arrivare a Betlemme per l’Epifania. Recatosi a Gerusalemme si trovò in mezzo alla Strage degli Innocenti ed anche qui, sfidando Erode, si prodigò a salvare molti bambini. Rimessosi in viaggio alla ricerca del Salvatore, avrebbe vagato per ben Trentatré anni. Mancando sempre di poco l’incontro con Gesù e sempre perché si attardava a dare un amano ovunque ci fosse qualcuno in difficoltà. Finché, ormai vecchissimo, ritornato a Gerusalemme, si trovò testimone del supplizio di un condannato. Un uomo, con indicibile fatica, stava salendo, lungo la "Via Dolorosa", verso il Calvario. Artban comprese che quell’Uomo era il Bambino da lui cercato tanti anni prima e che stava morendo per la salvezza di tutto il genere Umano.

Secondo un’altra leggenda, i Tre Magi sarebbero giunti sino in India, e qui sopravissuti sino all’arrivo dell’Apostolo Tommaso, che li avrebbe battezzati e, dopo la loro morte, anche elevati agli onori degli altari.

Non per nulla, il Medio Evo pretese di averne persino rinvenuto le spoglie. Come per tantissime altre Reliquie, si attribuisce il ritrovamento all’Imperatrice Elena, madre di Costantino il Grande (274-337). Giunte a Costantinopoli, le reliquie dei corpi dei Magi sarebbero state donate al vescovo Eustorgio di Milano. Nel 1164, l’Imperatore Federico I "Il Barbarossa", dopo aver conquistato e raso al suolo Milano, fece traslare le Reliquie nel Duomo di Colonia in Germania. Dove sarebbero conservate ancora oggi. Il motivo, ovviamente, era essenzialmente politico. Legittimare la provenienza divina del potere dell’Imperatore contro le pretese del Papa e della Chiesa, che volevano ridurlo ad un semplice vassallo. Inutile sottolineare come Colonia, da quel momento divenne una delle mete più importanti dei pellegrinaggi medievali.

Aldilà dell'interpretazione filologicamente corretta dei Magi, in un paese come Villa Santo Stefano che sta caparbiamente cercando di conservare, valorizzare e tramandare per chi verrà dopo, le proprie tradizioni e costumi, non poteva mancare la rievocazione, nell'ambito del Presepe Vivente, dell'arrivo dei Tre Sapienti alla capanna della Sacra Famiglia.

Il Presepe  Vivente dell'Epifania 2008 a Villa Santo Stefano

Un Presepe, che pure nelle giornate del 1 e 6 gennaio 2008, con le sue rievocazioni di antichi mestieri e scorci di vita di una volta, ha bissato il successo di quello allestito nel pomeriggio di Natale.

Non dimenticando l'inclemenza del tempo che ha caratterizzato la domenica dell'Epifania. Nonostante tutto, nemmeno la pioggia, l'umidità e la nebbia, condizioni atmosferiche che invitavano a starsene la calduccio a casa propria, sono riuscite a fermare il rodato team dell’assessore Marco Cristini,

Non per nulla il Sindaco Enrica Iorio ed il consigliere delegato alla cultura Alessandra Leo, a nome di tutta l’Amministrazione Comunale, hanno voluto ringraziare di cuore, tutti coloro che, a vario titolo, impavidi di fronte al rischio di influenze, mal di gola e quant’altro la stagione invernale normalmente offre, si sono impegnati per tutto il pomeriggio di domenica riuscendo a regalare ai numerosi visitatori, tra cui abbiamo riconosciuto il presidente della XVI Comunità Montana prof. Augusto Carè con al fidanzata Valentina, il direttore del coro polifonico Guido Iorio, il dott. Marcello Iorio, il dott Vincenzo Tranelli, nuove emozioni e sensazioni.

Molti i volti noti tra i figuranti. Come il presidente della Pro Loco signora Marina Bonomo e quello dell'Associazione cacciatori Alessandro Lucarini. Persino l’assessore Adriano Trapani, impegnato, e non solo come figurante in tenuta da pastore, sin dalle prime ore del pomeriggio per la realizzazione dell’evento. Il quale ha voluto esprimere anche lui la personale gratitudine nei confronti dei partecipanti.

"Il primo gennaio abbiamo proposto con successo al pubblico pasta e fagioli e minestra di pane" ha spiegato l’assessore Trapani mentre coordinava la preparazione della polenta al sugo e la mescita di vini caserecci "per l’Epifania, tra musiche natalizie che avvolgevano le stradine medievali e le numerose arcate del nostro centro storico, abbiamo fatto gustare ai convenuti altre prelibatezze culinarie. Dalla polenta, ai formaggi e salumi tipici, alle castagne e bruschette, sino alle pizzelle fritte".

Alla fine dopo aver portato alcuni doni ai bimbi del Piccolo Coro Comunale, i Magi, Roberto Toppetta, Doriano battisti e Angelo Bonomo, tre e dotati di corona (la tradizione è sempre la tradizione), nei loro sfavillanti costumi, nuovi fiammanti, (creati da Anna Antonetti e cuciti dalle signore Pina e Margherita) sono comparsi tra i vicoli seguiti da un corteo di turisti. Si sono soffermati presso ogni stanza, offrendo caramelle, finché sono arrivati davanti al bambinello, interpretato dal piccolo Cristina Lucarini, alla Madonna, impersonata dalla mamma di Cristian, Barbara Bonomo e ad Armando Fiumara nei panni di un perfetto San Giuseppe.

Al piccolo e vispo Cristian, che aveva tutta l'aria di divertirsi un mondo, hanno donato una Immagine Sacra. Ed il piccolino, dopo averla attentamente osservata, l'ha mostrata raggiante e soddisfatto, ai presenti, per la gioia di fotografi e parenti.

Una scommessa vinta, in barba a tutto ed a tutti, quindi, quella del Presepe Vivente, con ben tre allestimenti in queste Festività. Evento che ormai sta diventando un appuntamento fisso e tradizionale in tutta la zona, come dimostrato dall'ampio risalto concesso dalla stampa e dagli organi di informazione. Ora un po' di riposo per tutti e poi di nuovo all'opera. Dopotutto il prossimo Natale non è così lontano.

Giancarlo Pavat per VillaNews

up. 12 gennaio 2008

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  1. "La dodicesima notte" è una delle più celebri commedie di William Shakespeare (1564-1616). Che si svolge in una atmosfera appunto magica, fiabesca, onirica, in un immaginario Regno di Illiria (l’attuale Dalmazia), avente come tema principale una vicenda amorosa e quello dello scambio di identità tra due gemelli.
  2. "Valcento. Gli Ordini Monastico-cavallereschi nel Lazio meridionale", di G. Pavat – Edizioni Belvedere, 2007.
  3. Per saperne di più su questo manufatto è possibile consultare la monografia de "Le Foglie. Memorie del futuro" n. 47 del marzo 2007, a cura della Dott.ssa Elisa Canestri. Scaricabile dal sito www.leafr.it

www.villasantostefano.com

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